I monti di pietà o granatici di Palazzolo
Nel seco]i passati nel nostro territorio le carestie furono abbastanza frequenti e una grande fame accompagnò e seguì gli infelicissimi anni del 1512-15 e fu determinata dalla cattiva stagione e dagli scarsi raccolti.
Quando accadevano simili tristi annate i nostri contadini finivano per mangiare anche le sementi messe in solaio per l'anno successivo.
Per evitare il ripetersi di queste occasionali situazioni di bisogno non restò alle comunità locali che creare dei depositi " monti di biade o granatici" dai quali attingere nei momenti di necessità. Era l'unica via per vincere le incognite della sorte e della natura.
A Palazzolo il primo dei tre "monti granatici" sorse a Mura nel 1519, quando era rettore don Alessandro Donesani.
Esso fu creato con elargizioni gratuite di persone benefiche ed il suo capitale nel 1580, al tempo della venuta di S. Carlo, era costituito da 38 salme e 10 quarte di miglio e 79 salme e 6 quarte di frumento. Questi cereali si davano a prestito ai poveri della quadra di Mura e si distribuivano in quantità maggiore o minore a secondo del bisogno. I riceventi si impegnavano, con solenne promessa, alla restituzione nel tempo del raccolto aggiungendo una certa quantità di cereali come interesse per il prestito avuto.
In tal modo veniva compensata la diminuzione delle granaglie del Monte per la loro stagionatura e integrate le spese per la loro conservazione. Il miglio veniva prestato nel mese di gennaio ed il frumento nel tempo di Pasqua.
Il monte era governato da un massaro e da tre deputati che erano eletti dal Sindacato della Quadra: essi venivano cambiati ogni volta che detto sindacato decideva di farlo. Delle due chiavi del granaio una era custodita dal massaro e l'altra dai deputati. Anche il posto in cui erano conservate la sementi era di proprietà della quadra stessa e, secondo il Lanfranchi,si trovava proprio sopra la Porta di Mura.
Nel 1595 Gian Giacomo Marieni della Costa lasciò al Monte di Mura un fondo speciale che doveva servire ogni anno a distribuire a Pasqua e a Natale a tutti i poveri di Mura, pane cotto e del salame. Questa usanza fu sempre rispettata fino ai primi del secolo scorso. Nel 1698 il rettore di San Giovanni, don Carlo Curtelli donava al Monte 22 piò di terra il cui frutto doveva essere distribuito fra i poveri abitanti della Quadra. Dopo alterne vicende in cui i beni crescevano o scemavano in relazione ai più o meno onesti amministratori del granaio,le sostanze di questa istituzione, disperse negli anni della rivoluzione del 1797, vennero assorbite nel 1807 dalla Congregazione di Carità,istituita con Decreto del 21 dicembre.
Anche la Quadra di Riva istituì il10 agosto1524 il suo monte granatico con una donazione di 11 salme e 2 quarte di frumento, Detta donazione andò aumentando e nel 1580 era di 84 salme di frumentato e di 6 di frumento Anche questo monte funzionava come quello della Quadra di Mura. Esso aveva sede in un locale di proprietà del Comune di Palazzolo. I conti annuali dell'istituzione si facevano annualmente, senza la presenza di alcun sacerdote: la sua amministrazione era quindi in mano dei laici. S. Carlo durante la sua visita apostolica ordinò che non venisse chiesto alcun interesse a coloro i quali si concedevano i prestiti e che i conti annuali avessero come testimonio il rev, Arciprete o un suo delegato.
Prima della fine del '500 sorse anche il terzo Monte, quello della quadra di Piazza, del quale però non si hanno precise notizie.
Anche questi due ultimi istituti di beneficenza pubblica finirono in mano della Congregazione di Carità. Molti documenti relativi agli ultimi anni della loro esistenza dovrebbero trovarsi nell'Archivio dell'Ospedale, retto dalla stessa Congregazione.
La Semente,1 dicembre 1968
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