Il gioco del pallone a Palazzolo nei secoli passati
Lo sport più diffuso e più seguito è oggi quello del pallone; la storia di come era praticato a Palazzolo nei secoli passati è documentata in carte di archivio sulle quali costruirò questa breve nota.
Il podestà Francesco Longhena, appena arrivato a Palazzolo, pubblica nel settembre 1690 un Proclama con undici punti ai quali chiede si adeguino i comportamenti dei Palazzolesi.
Al secondo punto:“proibisce di giocar alla balla avanti la porta della chiesa parrocchiale in qualunque giorno festivo come feriale in pena di lire dieci… ”. Ciò testimonia che questo gioco si faceva almeno dalla fine del Seicento.
Un secolo dopo, alla fine del Settecento, il 27 giugno 1798, un gruppo di giovani palazzolesi rivolge una petizione al Commissario del Dipartimento del Mella per denunciare che “alcuni giovani intendono stornare il dilettevole gioco del pallone, sempre solito farsi nelle fosse del Castello, preparandosi essi anticipatamente in detto luogo con il gioco della palla impedendo, senza alcuna ragione di precedenza, il gioco del pallone che gli è quello spettacolo che occupa la gioventù in un robusto esercizio e trattiene e dà diletto agli astanti”.
Nella denuncia essi confermano che nel nostro comune non c’è altro luogo più adatto a questo gioco, mentre per quello della palla “ve ne sono parecchi e più adatti, come la Piazza Grande, la Contrada Zamara, ove in avanti hanno sempre giocato”.
Il Commissario Dipartimentale trasmette al Comune la petizione pregando che vengano stabilite regole opportune per evitare questi inconvenienti.
Vent’anni dopo,allo stesso Commissario giunge un nuovo esposto che spiega come “ .. nella Piazza Zamara si è sempre giocato alla pallovale, massime dai lavoratori dell’attiguo filatoglio Muzio”, e non vi è erano mai stati incidenti. Un giorno del mese di luglio 1819 la figlia del sig.Piccinelli si stava divertendo con il coetaneo Orazio Maza,di sette o otto anni, giocando con la pallovale; nel corso del gioco veniva leggermente ferito il fanciullo Battista Brescianini. Il Piccinelli venuto a conoscenza del fatto, aveva sgridato sua figlia ed il Maza, e fatto a pezzi le piccole pallovale colle quali i bambini stavano giocando “ onde togliere ai medesimi l’occasione che per loro colpa succedessero altre volte simili inconvenienti” .
La signora Livia Zamara, residente nel palazzo prospiciente la Piazzetta,venuta a conoscenza della denuncia, comunica al Comune che non intende più tollerare questo gioco nella sua Piazzetta e ne chiede la proibizione.
Nessuno però si sente di prendere questa decisione, anzi la Deputazione Comunale scrive che ”la signora Zamara può farlo noto ella stessa a chi si presentasse per esercitarvelo, ed al caso di insistenza da parte dei giocatori” il Comune, “si farà carico di far rispettar la di lei volontà, collo spedirvi sul momento o il cursore o una guardia campestre a far desistere il gioco”. Aggiunge poi che per il “pericolo degli inconvenienti che possono nascere o dall’incautela dei giocatori, o talvolta ancora nell’inavvertenza degli spettatori”, non si può “invocare la pubblicazione di uno stabile divieto di tal gioco nella suddetta Piazza” , sembrando evidente che, “esistendo gli stessi pericoli in tutte le contrade ed in tutti li viottoli nei quali si gioca pure alle pallovale e nei quali vi sono pure abitanti e confinanti,” bisognerebbe proibire in tutto l’abitato un gioco “che sino ad ora non si è mai proibito, ma anzi prosegue in tutti i paesi da noi conosciuti”.
Viva quindi il gioco del pallone e della pallovale, che piace e fa divertire la nostra gioventù.
La Semente, 1 febraio 2002
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