Il movimento operaio a palazzzolo
pubblicato il: 01/06/2002
da: La semente
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Il movimento operaio a Palazzolo

In un centro in cui, fin dalla metà del secolo XVII¡ , erano sorte attività manifatturiere e il reddito delle famiglie non proveniva soltanto dal lavoro della terra, ma da quello dell'officina, era inevitabile che sorgessero conflitti fra lavoratori e datori di lavoro. Il primo di questi conflitti, dettagliatamente documentato nel suo svolgimento, è quello del 1819, quando un gruppo di filatolieri dell'opificio di Giuseppe Omboni, apre una vertenza per ottenere una maggiore retribuzione.

Di fronte al diniego dell'azienda, i lavoratori entrano in sciopero ed il 28 agosto non si presentano al lavoro. L'Omboni chiama allora in causa la Deputazione Comunale (siamo al tempo della dominazione austriaca sul Lombardo-Veneto) perchè applichi l'art.229 del Codice dei delitti e delle gravi trasgressioni politiche.

Dopo l'interrogatorio da parte del Podestà Duranti, dei nove aderenti alla protesta, cinque operai desistettero dalla loro azione intimiditi dall'inchiesta, mentre gli altri quattro non accettarono di rientrare in fabbrica e persero il posto.Ho citato questo fatto come testimonianza dei conflitti che, da allora e per più di un secolo e mezzo, hanno coinvolto le maestranze locali alla ricerca di migliori condizioni di lavoro e di vita.

Dopo sessant'anni, durante i quali non sono certo mancati scontri fra le parti sociali, anche se non ancora emersi dai documenti d'archivio, nel giugno 1879 ebbe luogo a Palazzolo, secondo le statistiche ufficiali, uno dei primi scioperi avvenuti in Italia, sicuramente il primo di cui si abbia notizia per la Provincia di Brescia.

Centoventi operai bottonieri scioperano per protestare contro la decurtazione del salario. La manifestazione dura due giorni e termina con una transazione fra le parti.

Solo quindici anni dopo, nel 1894, altro conflitto di lavoro sfociato in un'azione di sciopero (sempre fra i bottonieri). Infine nel 1897, 40 conciatori di pellami, scioperano per 55 giorni e con successo finale. In questa vertenza essi sono sussidiati dalla Camera del Lavoro di Brescia alla quale appartenevano, costituiti in Lega di resistenza.

Questo intervento di una organizzazione a sostegno degli operai in lotta, mi induce ad aprire una parentesi sul come si era andata organizzando la società palazzolese rispetto al mondo del lavoro.

Nel 1862 era sorta la Società Operaia Maschile di Mutuo Soccorso, orientata verso la mutualità, alla quale avevano aderito persone appartenenti a tutte le classi sociali, compreso il clero, convinti tutti dell'importanza e della validità di questo organismo, perchè considerato strumento efficace per conseguire un miglioramento economico e professionale delle classi lavoratrici.

Dopo il 1882, queste società andarono trasformandosi e si orientarono verso forme radicaleggianti di marca liberale e repubblicano-socialista da cui presero le distanze le Società Operaie Cattoliche.

Tutte queste organizzazioni, attive a Palazzolo nel secolo XIX¡ preludevano alla nascita nel 1902 dell'Unione Cattolica del Lavoro, collegata all'Ufficio Provinciale del Lavoro di Brescia, proprio negli anni in cui si era fatto incandescente il conflitto operaio, tanto da richiedere la presenza in paese di 150 soldati per mantenere l'ordine pubblico.

Questa Unione, con a capo don Bissolotti, era articolata in sette sezioni: bottonieri, muratori, cotonieri, setaioli, meccanici e fonditori, lavoratori della calce e una mista, riuniva 1600 operai e diventerà, fino alla nascita dei sindacati fascisti, l'organizzazione per la tutela e la crescita dei lavoratori e li assisterà nelle lunghe e defatiganti trattative sindacali.

Il 1° maggio 1919 veniva posta una pietra miliare nella storia del Movimento Cattolico palazzolese, con l'inaugurazione della nuova e spaziosa Casa del Popolo, destinata ad ospitare l'Unione Cattolica del Lavoro, la Società Operaia Cattolica, il Circolo Giovanile S.Fedele, la San Vincenzo e altre istituzioni (come la Cooperativa di Consumo La Famiglia) e un ritrovo per gli operai, diventando così la roccaforte della classe operaia locale.

Dopo la parentesi del Fascismo e delle seconda guerra mondiale, si ricostituiscono i sindacati operai intorno alla C.G.I.L. che perderà nel 1950 gli aderenti alle nuove formazioni della U.I.L e della C.I.S.L.

La Semente, 1 giugno 2002

 

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