Scrittori di cronache,memorie e storia locale
Le fonti manoscritte sulle quali si intesse la narrazione dei fatti storici locali sono rappresentate dai documenti degli Archivi e delle raccolte private (1) e dalle cronache o diari di quei Palazzolesi che, attraverso i secoli, si diedero ad annotare sia i fatti più importanti della comunità sia quelli personali.
Una ricognizione, quindi, degli scrittori di tale genere letterario è indispensabile per valutare la quantità e la qualità del materiale ancora da studiare e pubblicare e per indicare entro quali limiti di tempo, i vari autori hanno operato.
Fu il Rosa, come vedremo, che raccolse i pochi frammenti di cronaca locale e li inserì, annotandone opportunamente la provenienza, nelle sue Memorie Patrie (2).
Il primo cronista a cui egli accenna è Zaccaria Palazzoli, figlio di Messer Bernardino, che troviamo iscritto tra i confratelli della Disciplina di S. Francesco con il titolo non solo di Conte, ma di Cavaliere di Malta e che godé della stima del Duca Alessandro I° della Mirandola, che lo impiegò in affari importanti. Alla fine della sua carriera diplomatica egli si ritirò nelle terre che possedeva sul confine con Cologne e che chiamò « Le Mirandole », in onore del suo munifico protettore e signore.(3)
Egli aveva annotato in un libretto gli avvenimenti dei primi anni del '600 fino alla famosa "peste" detta del Manzoni. In quelle pagine, copiate dal Rosa, oltre alle memorie della propria famiglia (giorno del suo matrimonio, della nascita dei suoi cinque figli maschi) scrisse anche i fatti più importanti di Palazzolo, fornendoci preziose informazioni sugli anni 1618, 1623, 1625, 1629, 1630 sulla traccia delle quali è stato possibile avviare ulteriori ricerche. (4)
L'abitudine di annotare avvenimenti importanti della nostra terra venne continuata da alcuni membri della famiglia Omboni, Il primo fu Giuseppe Omboni, figlio di Francesco, nato l'11 giugno 1728. Scrive il Rosa " Certe mie piccole fatiche letterarie furono applaudite dai miei amici e conoscenti compatrioti. Tra questi aveva luogo il veramente buon uomo Giuseppe Omboni, figlio di Francesco e padre di Pietro che era mio amico e coetaneo; questo Giuseppe,
benché non avesse pressoché cultura letteraria, e benché fosse quasi sempre occupato nel suo impiego di negozio e lavori delle sete in filatura, trovava pure il tempo di scrivere con naturalezza ed attenzione, in un grosso libro, gli accidenti suoi propri e quelli del paese e dei suoi amici, massime alla loro morte. Io ebbi accesso e facilità di leggere questi così detti "Annali" di Giuseppe Omboni, e secome unito di genio ed amicizia famigliare (6).
Alla morte di Giuseppe, avvenuta improvvisamente a Brescia nel 1777, continuò a scrivere la "Storia degli annali del paese" il fratello Giovanni, nato il 22 gennaio 1734 , sacerdote della nostra parrocchia. Dal primo "tomo" il Pezzoni trascrive notizie sotto le date 31 dicembre 1787 e gennaio 1789. Di questi manoscritti non si sa nulla e quindi ignoriamo se l'Omboni abbia continuato a tenere aggiornato questo diario fino alla sua morte, avvenuta il 22 gennaio 1806.
Sempre nel '700, il prete don Benedetto Galignani, figlio di Bartolomeo e nato il 22 maggio 1708, fu un raccoglitore paziente di documenti e memorie storiche. Egli, che aveva seguito passo passo il sorgere della nuova e grandiosa chiesa parrocchiale, scrive una dettagliata"Istoria semplice ma veridica della fabbrica della nuova e magnifica parochiale archipresbiterale di Palazzolo" che copre gli anni 1748-1763, e si interrompe due mesi prima della morte dell'autore, avvenuta il 16 giugno 1763.(7)
Il Galignani scrive anche una minuta "Relazione di grazia straordinaria ottenuta nell'anno 1752 dal popolo di Palazzolo nell'occasione che travagliato da lunga e rovinosa siccità facea ricorso al miracoloso Crocefisso che ivi si venera con voto di solenne processione" che fu stampata Brescia nel 1852, unitamente alle "Notizie storiche di una immagine della B.V. venerata in Palazzolo " dell'abate Luigi Scevola, uscite nel 1814.
Ma il primo vero scrittore di storia locale, è il più volte citato don Vincenzo Rosa, figlio di Francesco e di Angela Costa, nato il 24 agosto1750 da una famiglia di fabbricanti di cappelli.
Egli cominciò a scrivere delle osservazioni astronomiche già nel 1769-70. "L'aver dipoi trovato alcune memorie riguardanti la storia di Palazzolo, mia patria, degne da conservarsi, mi fece nascere il pensiero e mi invogliò a farne una raccolta espressa "(8). Si rivolse alla storiografia bresciana e trascrisse tutta la storia del Malvezzi da un manoscritto più completo di quello pubblicato dal Muratori.
Chi lo incoraggiò a continuare fu oltre, all'Omboni che lo aveva spinto a scrivere l'Annale del 1775, il pittore Pietro Civili che nel 1780 si era trasferito al Cairo e al quale il Rosa, nel 1782, dedicò le "Memorie sulla contesa nata in Palazzolo l'anno 1778 per i banchi della nuova parrochiale".
" Fu nel giorno 16 novembre 1785 ", giorno in cui partì dal Collegio dell'Annunziata sul Monte Orfano, che cominciò a scrivere il suo "Giornale" ossia le "Memorie Mie " che mi sono pervenute crescendo a più tomi successivi".
Dopo un viaggio in Sardegna e nel nord Africa nel 1792-93, scrive nel 1797 la "Storia della carcerazione e della condanna accadute in Brescia nel 1779 al cittadino Vincenzo Rosa bresciano ora Custode al Pubblico Museo di Storia Naturale in Pavia".
Le sue memorie personali "restavano in certa maniera senza capo nè principio, cominciate cosi com'erano, ad un termine intermedio" della sua vita. Per questo motivo egli il 12 gennaio 1800, trovandosi a Pavia, in un periodo di forzata inattività decide "di formar loro questo capo e principio, raccogliendo cioè insieme molte o tutte quelle che potei Memorie della mia famiglia, de miei antenati medesimi, e di mano in mano pure della mia nascita, educazione, vita e studii sino all'epoca predetta del 16 novembre 1785". Lo scritto è terminato il 19 marzo 1800 e porta il titolo "Memorie mie dalla mia nascita nel 1750 sino all'anno 28 e mezzo della mia età o sino al principio del 1779. Con alcuni preliminari sulla mia famiglia "
Raccolse inoltre la sua corrispondenza, stampò opuscoli e stese relazioni di viaggio, che abbracciano quasi settant'anni, a cavallo dei secoli XVIII e XIX.
Continuatore dell'opera del Rosa fu Giovanni Pezzoni che scrive una "Istoria dei fatti accaduti nel paese di Palazzolo scritti l'anno1811 da me Giovanni Pezzoni " in tre tomi, di cui conosciamo solo i primi due.
La cronaca per gli anni 1775-1811 l'aveva scritta in forma di diario giornaliero su un brogliaccio dal quale poi aveva ricavato la stesura definitiva, con aggiunte sui fatti della storia nazionale. Gli avvenimenti dal 1812 in avanti "mi studierò di scriverli tali e quali andran di mano in mano accadendo, al nudo li esporrò, limitandomi alla pura verità"
Purtroppo non conosciamo il contenuto del terzo tomo che doveva coprire gli anni 1802-1811 e quelli successivi, almeno fino all'anno1815.
Uomo religiosissimo, ha inoltre lasciato nei due quaderni della sua "Istoria " molte notizie sulle chiese, sugli Oratori, e sulla vita ecclesiastica palazzolese, amplissime e minuziose quelle intorno alle presunte manifestazioni "miracolose" della Madonna di S. Pietro (febbraio-aprile 1805) al quale santuario egli si recava ogni giorno per devozione, scrivendo poi le sue impressioni su ogni avvenimento del quale egli era stato testimone oculare . (10)
Cultore di storia locale fu Andrea Maza-Brescianini, nato a Palazzolo il 23 marzo 1845. Laureatosi a 21 anni in Legge a Bologna, esercitò per cinquant'anni l'avvocatura a Milano e morì a Malnate il 26 febbraio 1917. Egli raccolse in sei faldoni, molti documenti riguardanti la storia locale e poi li lasciò al Comune di Palazzolo. Fra questo materiale si trovano anche carte che un altro palazzolese, Agostino Lagorio, aveva fatto copiare presso gli Archivi di Stato e poi aveva passato al Maza-Brescianini.
Il nostro avvocato pubblicò nel 1882 il volumetto "Palazzolo sull'Oglio-La Parrocchia - Note ed appunti con cenni Biografici ", scrisse articoli che apparvero nel 1912-13 sul quindicinale "L'Oglio" e nel 1909 offrì alla Giunta Comunale dei "Cenni storici sull'attuale ponte sul Fiume Oglio ", appendice storica a un Memoriale per un nuovo ponte sul fiume Oglio da costruirsi nell'abitato di Palazzolo (13).
Anche l'Arciprete Don Ferdinando Cremona (1844-1916) oltre che per le benemerenze acquisite nella costruzione del Santuario, del Ricovero Vecchi e della nuova statua di S. Fedele, va ricordato come compilatore di un libretto uscito nel 1896 e dedicato alle "Memorie intorno alla vita di S. Fedele Martire protettore di Palazzolo " (14).
Sui giornali locali del primo novecento vennero pubblicati articoli di carattere storico, che ebbero come autori il dott. cav. Simplicio Bonari, l'avv. Andrea Micheli e don Alberto Morandi.
Il notaio Bonari (1870-1954), sollecitato da amici a collaborare al quindicinale « L'Oglio », pubblicò a puntate molte notizie sulla "Torre del Popolo " (l5). A distanza di una decina d'anni consegnò alle colonne della « Gazzetta dell'Oglio » e de « La Nuova Gazzetta » altri suoi studi su "La viabilità della vecchia Palazzolo " (l6).
Anche il dott. Antonio Cipollini consultò a lungo l'Archivio Comunale e nel 1919 offrì ai coniugi Marzoli il carme "Palatioli Castrum super Ollium ".
Impressioni storico-poetiche su Palazzolo e il suo fiume stese con vivacità Nino Maffi nella "Canzone dell'Oglio "(18). Egli fece conoscere Palazzolo anche attraverso vari articoli apparsi su « La Lettura » di Milano e su altri giornali di cui era corrispondente.
Il cav. Colombo Svanetti, pubblicò nel 1935 un opuscolo su "La società operaia di M.S. di Palazzolo nei suoi settant'anni di vita "(19).
Un posto importante nella storiografia locale occupa Innocente Mainetti (1884-1958) che "benché privo di mezzi finanziari, angustiato sempre da precarie condizioni di salute, con una cultura limitata alla quinta elementare e con un temperamento di completa indipendenza da persone e da correnti politiche " (20) riuscì a raccogliere materiale prezioso ora conservato dai figli nella casa di Via Galignani.Oltre alla raccolta di ritagli di giornali dal 1875 al 1949, a opuscoli, documenti e manoscritti, stese una Cronaca di Palazzolo dal 1933 al 1940 (in sei volumi dattiloscritti), pubblicò sui giornali locali di Bergamo e di Brescia, dal 1913 al 1950, più di trenta articoli. I figli hanno curato la pubblicazione di tre volumi delle sue "Memorie storiche " che coprono un periodo ancora poco studiato del nostro secolo.
Alla famiglia Lanfranchi appartengono i fratelli Paolo Gentile e Giacinto Ubaldo che, in modo diverso, ma significativo
hanno offerto contributi decisivi per la conoscenza della loro terra natale.
Giacinto Ubaldo (1889-1971) raccoglitore appassionato e in- stancabile di cimeli, libri e documenti interessanti Palazzolo, ha scritto, a partire dal 1926, una lunga serie di documentati articoli per i giornali locali, ha pubblicato tre volumi di "Note storiche di Palazzolo "(21) e, alle benemerenze acquisite nei campi dell'industria, dello sport, della pubblica amministrazione e delle opere pie, ha aggiunto quello di donatore munifico alla nostra città di una preziosissima biblioteca, che è stata intitolata al suo nome.
Paolo Gentile (1883-1983) (22) usando lo pseudonimo "Vecchio Paol" è riuscito coi suoi articoli a far rivivere le "macchiette" palazzolesi col buon senso e l'arguzia dei tempi andati, fissando, in tal modo, tradizioni, personaggi, espressioni dialettali destinate a scomparire per sempre. Tali scritti li ha raccolti nei due volumi di "Questa mia Palazzolo " e ha poi offerto, ogni anno, agli amici ed ai conoscenti degli splendidi album colla riproduzione di suoi disegni e quadri con scorci cari ai palazzolesi e da lui riscoperti e fatti amare.
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1-Archivio Comunale - Archivio Parrocchiale e della Fabbriceria - Archivio dell' Ospedale (con unito quello della Congregazione di Carità) - Archivio della Roggia Fusia - Raccolte Chiappa e Mainetti
2-V. ROSA, Memorie patrie ms. presso la Biblioteca del Seminario di Mantova, segn X.I.7. Un'altra copia è presso la Biblioteca « G.U. Lanfranchi » di Palazzolo
3 -V. ROSA, Memorie patrie, ff. 236r-239r.
4-F. GHIDOTTI, La peste del 1630 a Palazzolo, "Memorie Illustri di Palazzo- lo ", n. ~, pp. 3-35
5- V. ROSA, Memorie patrie, ff. 78r-86r.
6- V. ROSA, Memorie mie dalla nascita nel 1750 sino all'anno 28 e mezzo della mia età o sino al principio del 1779, con alcuni preliminari sulla mia famiglia (scritto a Pavia nel 1800) prefazione, segn. X. H. 38 ms. presso la Bibl. Sem. Mantova-
7 -Da una lettera scritta il 18-9-1815 dal Rosa ai sigg. Fabbriceri di ^Palazzolo, sta in "Memorie Illustri", n. 8, ottobre 1966, pp.55,56;
8-V. ROSA, Memorie mie, I, prefazione
9-Per la bibliografia degli scritti del Rosa vedi: P. Guerrini: "Le memorie autobiograficbe di Vincenzo Rosa", Memorie storiche della Diocesi di Brescia , serie X, (1940), pp 141-144 e Lanfranchi: "Breve storia di Palazzolo s/O.", pp. 220-222
10-P.GUERRINI, La cronaca di Giovanni Pezzoni, "Memorie storiche della Diocesi di Brescia", serie X ,(1940). pp. 145-157, ripubblicata anche dal Lanfranchi: Breve storia, pp.134-149.
11-I.MAINETTI Miscellanea, I, Brescia pp.119-120- e pp.211-212.
12-Per la biografia vedi:Lanfranchi, Breve storia, pp.210-211. L'opuscolo è stato ripubblicato su "La Voce di Palazzolo" del 30-10-65 e del 13-11-65.
13-Ristampato in "Memorie illustri", n. I, pp. 8-18.
14-Per la biografia vedi: In memoria del compianto Arciprete Don Ferdinando Cremona nel XX Anniversario della morte, a cura di I. Mainetti, Verolanuova, Del Balzo, 1936, pp8. Lanfranchi: Breve storia, pp. 187-188, Ghidotti: "La Voce di Palazzolo" del 27-8-1966.
15-cfr. "L'Oglio" dal 26-3-1913 al 30-7-1913,
16-Cfr. 2La Gazzetta dell'Oglio2 dal 30-8-1925 e 2La Nuova Gazzetta2 del 1926.
17- Per la biografia vedi: F. CHIAPPA: La chiesa di S. Giovanni Evangelista della Quadra di Mura, Brescia 1966, pp. 78-88. "La Voce di Palazzolo" del 16-10-1961
18-Per la biografia vedi: GHIDOTTI: Nino Maffi nel sessantesimo della nascita, "Memorie illustri ", n, 9, pp, 38-46.
19- Nato ad Ovada nel 1878, venne ancora giovane a Palazzolo col padre che quivi era nato e subito si distinse per la sua partecipazione a tutte le iniziative di carattere industriale e sociale. Ha ricoperto la carica di Assessore e Consigliere Comunale, nel 1904 fondò insieme al cav, Lozio la fabbrica di bottoni della quale tenne la direzione amministrativa fino a che, ritiratosi, diede vita alla Banca Svanetti e C.. Fu Presidente per molti anni della Soc. Operaia Maschile, del Comitato della Croce Rossa e Consigliere della Soc. Case Operaie. Per altre notizie biografiche vedi "La Voce di Palazzolo", del 1-7-1966
20-I. Mainetti, Nota Bibliografica, Bergamo, 1949, pp. 24
21-Per le notizie biografiche vedi: "La Voce di Palazzolo" del 18-10-1958,1-7-1961, 13-5-1967. Per la bibliografia fino al 1956 vedi: "Memorie illustri", n. 6, pp. 37-39.
22-Per la biografia vedi: "La Voce di Palazzolo" del 17-6-1967. Nato a Palazzolo il 5-9-1883, oltre all'assiduo lavoro nella ditta fondata dal padre Giovanni, collaborò ai fogli locali sotto gli pseudonimi di Bassià, Amabile del Castel, Beta del Corteas e infine di Vecchio Paol. Si dedica alla pittura ed ha al suo attivo parecchie Mostre Personali. E' Presidente del comitato per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della città di Palazzolo.
23- Per la bibliografia degli autori citati vedi il catalogo della Mostra dei periodici palazzolesi e delle pubblicazioni di storia locale, a cura di F Ghidotti, Palazzolo, 1967, pp. 28.
Memorie illustri di Palazzolo, 1 ottobre 1967,pp.3-18
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