Vedute di palazzolo del secolo xix
pubblicato il: 01/01/2010
da: Memorie illustri di palazzolo sull'oglio
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Vedute di Palazzolo del Secolo XIX°

a cura di Francesco Ghidotti

 

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Introduzione alle vedute ottocentesche

1810-1890. In ottant’anni il centro urbano ha visto grandi cambiamenti, che non si misurano solo osservando le mappe dei tre catasti: napoleonico, austriaco e del regno d’Italia, ma colle immagini offerte in questo Album. I soggetti predominanti sono i “molini” e la “torre”.

Il ramo dei molini

Rudelli, Ronzoni, Harding ed Elena, negli anni 1812-1834, da punti di osservazione diversi, fissano la loro attenzione su un insieme eccezionale: la sequenza dei ponti, che attraversano il “ram”. Apre il ponticello in legno che porta al molino di Bornato, cui segue il ponte in pietra che raggiunge il molino della pista, con la sua ruota pescante nel canale, quindi quello della “vertora”. Rimane nascosto il ponte della “porta”, l’ultimo. Pochi anni dopo, colle vendite a privati delle isole e l’installazione di nuovi meccanismi per la macinazione del grano, dell’olio “da brusar” e del riso, il complesso cambia assetto. A cominciare dal 1875-76, il cotonificio Schmid e Niggeler innalza una serie di fabbricati, che anno dopo anno, ne fanno un grande complesso industriale al centro del paese. Smantellato negli anni sessanta del Novecento ha lasciato irrisolto il problema urbanistico, affrontato più volte, ma che aspetta ancora una soluzione definitiva, per colmare la cesura esistente fra la Piazza e il ponte dell’Isola, aperto nel 2000.

La costruzione della Torre del Popolo

Quasi tutti gli artisti presentano il “castello”, prima senza la Torre, poi colla nuova costruzione, che man mano si innalza sul torrione della Mirabella. Iniziano le immagini del Rudelli colla Mirabella allo stato originale, poi il Ronzoni che ritrae la costruzione nel momento in cui vengono collocate le colonne della cella campanaria (1823), a cui fa seguito un altro suo disegno del 12 ottobre 1840, in cui l’opera è terminata, con la cupola e la statua di San Fedele in legno. Anche nel disegno dell’Elena, del 1838, quella dei ponti, per intenderci,appare sulla sinistra la Torre, fuori prospettiva talchè sembra sia stata aggiunta all’ultimo momento,come elemento di novità, che non poteva mancare nel panorama palazzolese. Anche il Nebbia propone nello sfondo del suo Capriccio Invernale, il profilo di Palazzolo in cui spuntano la Rocchetta, la cupola della nuova chiesa e la Torre, incompleta nella parte finale. Del 1858 è l’incisione contenuta nella Grande Illustrazione del Lombardo Veneto, colla Torre. Cui fa seguito il dipinto del Campini, che nel velario per il Sociale, fa comparire una Torre molto slanciata a contendere lo spazio agli alberi. Da ultimo una pagina del volume dello Strafforello con una Torre del Popolo, immagine tratta da una fotografia del Rampana, con la cupola ricostruita in muratura dopo l’incendio del 1893 e la nuova statua di San Fedele in galvanoplastica.

Altre vedute

Il “fiume Olio e il Cividino” (1823), “Cividino” e “veduta presso il Cividino nella sponda bresciana del fiume Olio” (1840), sono tre opere del Ronzoni che hanno interesse storico-documentario. La prima ripropone il salto d’acqua, non frutto di una palificazione, ma prodotto da un avanzo del ponte romano, che in quel luogo univa le sponde del fiume. Le due vedute seguenti mostrano il tratto di strada che scende al fiume: la prima, il percorso fino al ponte sulla Vetra, la seconda il seguito e i fabbricati dei due molini di Erbusco, quello sulla sinistra detto “dei pilù”. I piloni richiamati sono gli avanzi del ponte romano che l’ing. Silvestri, progettista del ponte ferroviario, identificò come avanzi di un acquedotto romano.

Il progresso

L’officina per la produzione della calce e del cemento è rappresentata da due vedute del 1881 e 1884 che raccontano dell’utilizzo dei terreni, in sponda sinistra del fiume fra le due seriole Vetra e Fusia, per un grandioso stabilimento, aperto dalla società francese Lamarque e Lautrek, incaricata della costruzione della ferrovia dell’alta Italia. Nella seconda metà del secolo XIX°, sul tratto Cologne-Cividino sorge il ponte ferroviario (1855-56) con le sue nove arcate. Opera imponente della strada ferrata Ferdinandea, riprodotto anche sullo sfondo del velario del Campini. Gli edifici della stazione, i magazzini per lo stoccaggio delle merci, più tardi l’apertura del tronco per Paratico (1876) hanno trasformato le Calcine.

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GIUSEPPE RUDELLI (Gandino 1772 - Trescore 1836) Oriundo di Gandino, era un dilettante, in quanto la sua occupazione fu quella di amministratore delle famiglie dei conti Mosconi e più tardi del conti Celati di Trescore. “Fu amico, come scrive l’Angelini, dei maggiori pittori del suo tempo… La sua opera, che ha scarso valore artistico, ha però notevole valore documentario, né manca, in parecchi suoi disegni a penna acquerellati, garbo e gusto di fattura”.

1812 - Castello di Palazzolo

L’immagine merita alcune osservazioni: la prospettiva che viene offerta, stando all’imbocco del vicolo dei molini, è quella delle tre torri del Castello. Sulla Mirabella, non è ancora cominciato l’innalzamento della Torre del Popolo, ed è visibile un palo sormontato da una bandiera. Poiché l’inizio della nuova costruzione risale al giugno 1813, possiamo datare il disegno al 1812. Al centro lo sfioratore della seriola Vetra con l’acqua che cade nella fossetta delle mura, che scendono alla porta dei Molini. Si intravede l’arco del ponte sovrastante al Vetra. La strada sulla sinistra potrebbe essere l’inizio dei lavori per lo stradone postale. Più a sinistra un arco che trapassava l’ultimo tratto delle mura. Infine sulla destra un tetto terminante con una sfera.

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GIUSEPPE RUDELLI

1812 - Molini fuori della porta dell’Ospitale a Palazzolo

L’autore localizza le case dei molini, alimentati dal ramo dell’Oglio, con ponticelli che le univano alla contrada “degli asini”. Tra i due fabbricati e visibile la “vertora” attraverso cui passavano la bine che scivolavano lungo l’Oglio. Probabilmente la “porta dei molini” era appena stata demolita e l’Ospedale aveva poco più di vent’anni di vita. Al centro il complesso di San Giovanni di Mura, con la torre rotonda senza la copertura, realizzata un secolo dopo.

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PIETRO RONZONI (Sedrina 1781 - Bergamo 1861) Pietro Maria Ronzoni si formò all’Accademia Carrara di Bergamo e poi a Roma, condiscepoli del Diotti. La maggior parte delle sue opere sono conservate a Bergamo presso importanti collezioni private, alcune alla Carrara. Affascinato dal paesaggio, gli dedicò, con amore assiduo, tutta la sua vena poetica.

1823 - Torre a Palazzolo

Il disegno del 1823 trova l’autore appostato lungo la nuova strada postale, aperta proprio in quegli anni. Si trova davanti le due torri della “rocha magna”, la “torre della porta di fuori” e la “ruellina”. Sulla “mirabella” sta sorgendo la nuova Torre; la costruzione, iniziata nel 1813 è giunta alla cella campanaria. Si stanno sistemando le colonne, provenienti dall’Arco Napoleonico che i Bergamaschi avevano preparato per la venuta di Napoleone. Annullata la visita, il monumento non venne posto in opera. Sullo sfondo il campanile della chiesa di San Francesco, demolito nel 1869, sede dell’Arciconfraternita dei Disciplini del Gonfalone. Poi la sponda scoscesa verso la seriola Vetra e il ballatoio delle case Omboni.

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PIETRO RONZONI

Cividino e fiume Olio 12 febbraio 1823

La scelta di pubblicare questa immagine è giustificata, oltre che dalla bellezza del panorama della terra a noi vicina, dal salto d’acqua presente nel fiume Oglio. A quel tempo lo sbarramento, che attraversava il fiume e ne alzava il livello per mandare acqua ai molini della sponda sinistra del fiume, non era la solita “palata” ma l’avanzo dei “pilù” del ponte romano della strada dell’Itinerario Burdigalense.

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LUIGI DELEIDI, il Nebbia (Bergamo, 1784-1853) L’eclettico scenografo, decoratore prospettico e paesaggista bergamasco, attivo nella prima metà dell’Ottocento, venne soprannominato “il Nebbia” per la sua particolare predilezione per i temi legati alla stagione invernale, come è evidente in questo dipinto.

1825 - Capriccio invernale

La veduta, nella quale compare sullo sfondo il borgo di Palazzolo, accomuna e ricompone fantasiosamente, secondo i dettami tipici del Capriccio settecentesco, elementi di matrice diversa. Il dipinto ci offre alcuni elementi caratteristici della nostra terra: dominante la Torre, priva delle campane e della parte sopra il colonnato della cella campanaria, con la cupola in forma immaginata, perché, in realtà, non ancora completata. Intorno alla base della Torre le mura del castello. Di fronte la quadra di Mura con la Rocchetta e un accenno all’edificio della nuova parrocchiale.

14JAMES DUFFIELD HARDING (Deport 1798 - Barnes 1863) Pittore, disegnatore, litografo. Frequenta dal 1811 al 1818 l’Accademia Reale di Londra. Compie viaggi sul Reno, in Francia, Svizzera ed in Italia dal 1824 traendo soggetti per dipinti e litografie.

1834 - Palazzolo

La litografia “Palazzolo” fa parte della serie di cinquanta litografie, datate tra il 1824 e il 1835, costituenti gli Harding’s sketches at home and abroad, opera pubblicata a Londra da Charles Tilt nel 1836. In primo piano il complesso dei mulini coi ponticelli che scavalcano il “ram”. A destra uno scorcio della parrocchiale, al centro la Rocchetta e la casa Foresti, sullo sfondo il complesso di San Giovanni di Mura con la Torre Rotonda.

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FRANCESCO GANDINI Sviluppa la sua carriera quale impiegato alle poste prima nella Direzione centrale a Milano (1822), poi a Bergamo (1824). Quando aveva un’anzianità di 24 anni nell’Amministrazione postale lombarda, è nominato ispettore. È autore dell’opera “Viaggi in Italia ovvero descrizione geografica, storica, pittorica, statistica, postale e commerciale dell’Italia”, Cremona, De Micheli, 1830-1836. I nove volumi contengono incisioni all’acquatinta raffiguranti vedute, piante, scorci, piazze, monumenti delle maggiori e più pittoresche località italiane.

1836 - Palazzolo

La nostra incisione all’acqua tinta, con titolo sotto la veduta, è nel volume terzo. Il disegnatore si situa all’esterno della quadra di Riva. Sulla sinistra Mura con la Rocchetta. Al centro una chiesa con campanile. Altri elementi, oltre alle case ed al costruito disposto su piccole alture, non sono facilmente identificabili.

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GIUSEPPE ELENA (Cologno 1801 - Milano 1867) Allievo dell’Accademia di Brera dal 1826, anno in cui già si occupa di litografia, l’anno successivo aprirà una stamperia litografica, che cesserà nel 1828. Fu certamente il più fecondo litografo lombardo di vedute. Pietro Filippini, pittore e litografo (1789-1869) col fratello Donato introdusse a Brescia l’arte della litografia. Il disegno è di Faustino Pernici, (Brescia 1809-1840) anche lui allievo di Brera.

1838 - Ponte sull’Olio a Palazzolo

Il disegno è contenuto nell’opera “Lombardia pittoresca o disegni di ciò che la Lombardia chiude di più interessante per le arti, la storia, la natura levati dal vero da Giuseppe Elena con le relative illustrazioni appositamente scritte dai professori Cesare Cantù e Michele Sartorio, volume II, Milano presso Andrea Ubicini, 1838”. Questo disegno potremmo chiamarlo “Il ramo dei molini ed i vari ponti”. In primo piano il “ponte di Bornato”, segue la ruota motrice del “mulino della pista”. In prospettiva: il ponte dei canali cui segue il ponte della “vertora”. Nascosto il “ponte della porta”. Sullo sfondo il lato nord della chiesa parrocchiale, molto mossa da nicchie oggi scomparse, senza la facciata, sistemata nel 1846. Sulla destra la “contrada degli asini” dove stazionavano i carretti che portavano il grano a macinare. L’edificio più alto è quello della filatoio Paganini. Da sfondo la Torre, appena terminata.

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PIETRO RONZONI

1840 - Veduta presso il Cividino sulla sponda bresciana del fiume Olio

Risalendo la via che conduceva alla Sgraffigna, si ritrova sulla strada che porta alla sponda sinistra dell’Oglio. Con un ponte scavalca la seriola Vetra. Questa è la discesa verso il ponte romano sul quale si snodava la strada dell’Itinerario Burdigalense.

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PIETRO RONZONI

1840 - Cividino

Il pittore prosegue il cammino e si apposta in faccia all’abitato del Cividino, colla chiesa di Santa Maria ed il campanile del Convento dei Francescani. La strada piega a destra per raggiungere il fiume. Due costruzioni vi compaiono. Sono i molini di Erbusco. Il più grande, a sinistra è quello “dei pilù”.

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PIETRO RONZONI

Pallazzuolo 12 ottobre 1840

Fra l’autunno del 1840 e l’inizio del 1841, il Ronzoni torna a Palazzolo, dove era già stato nel 1823. Disegna quattro vedute: due a Palazzolo e due verso il Cividino. Scendendo da Mura verso il paese, il pittore si trova davanti la Torre, da pochi anni portata a compimento. Sulla sinistra la Rocchetta, la cupola e la lanterna della nuova parrocchiale. Il personaggio in primo piano vivacizza tutto l’insieme.

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PIETRO RONZONI

Pallazzuolo 1841

L’anno dopo, passa sulla sponda opposta, si ferma davanti all’ospedale e ritrae il complesso dei ponti che collegano la via con le isole dei molini. Sullo sfondo la Rocchetta e la mole imponente del lato di nord della nuova parrocchiale.

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ANDREA MARENZI (Telgate 1821-1891) Discendente della illustre famiglia Marenzi, conti di Tagliuno e di Telgate, iniziò giovanissimo lo studio della pittura alla scuola di Pietro Ronzoni che per l’allievo nutrì alta considerazione. Negli anni 1860-61 ottenne significative affermazioni in esposizioni a Milano e Firenze. Il successo gli fu causa di ostilità di cui sdegnatosi profondamente, invece di recarsi all’estero, abbandonò definitivamente l’arte che riprese soltanto negli ultimi mesi della sua vita.

1850 - Palazzolo

Il titolo assegnato dall’autore, andrebbe corretto con Mura di Palazzolo. La veduta propone infatti le torri e le case della quadra al di là dell’Oglio verso il Bergamasco. Dalla strada di Cimariva per il Cividino, si vede al centro la torre della porta di Mura cui fa seguito la torretta della casa Marieni della Costa, poi Lanfranchi e Mainetti.

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1850 - Veduta della chiesa vecchia di Palazzolo

Dal sottopassaggio che collega Piazza Tamanza alla Piazza Roma, l’autore descrive minutamente l’antica piazzetta inferiore o di San Giovanni Battista. Il soffitto è in legno, così come risultano aperti il piano terreno e il primo piano del Palazzo Comunale. Sulla facciata della chiesa vecchia, ora Auditorium San Fedele, sono poste in evidenza il rosone al centro della facciata e l’accenno alla monofora, a destra della porta d’ingresso (ora riportata al suo stato originale). Importanti i dettagli relativi alle decorazioni del sottogronda. Il disegno è conservato nella raccolta delle stampe Bertarelli di Milano.

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Per arricchire le pagine della “Grande illustrazione del Lombardo-Veneto ossia storia delle città, dei borghi, comuni, castelli… fino ai tempi moderni, per cura di Cesare Cantù e d’altri letterati”, Milano, Corona e Caimi, 1858, vengono chiamati il disegnatore Faustino Joli e l’incisore Vaiani, che sono gli autori delle incisioni che appaiono alle pagine 335 e 338 del terzo volume. La parte dedicata a “Brescia e sua Provincia” è opera di Carlo Cocchetti.

1858 - La Torre di Palazzolo

Ennesimo soggetto scelto quale monumento importante e significativo del nostro paese. Sulla sinistra il campanile della chiesa di San Francesco o dei Disciplini, campanile demolito nel 1869. Sullo sfondo il nuovo ponte della ferrovia.

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1858 - Viadotto di Palazzolo

Titoli sotto l’incisione: Joli disegnatore, Vaiani incisore. L’opera più imponente della strada ferrata, che collegava Venezia a Milano, venne edificato negli anni 1855-56. Segno dei tempi, potremmo dire del progresso, assieme alla prima officina per la produzione della calce e cementi in Italia.

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LUIGI CAMPINI (Montichiari 1816-1890) Simpatico colorista, facile disegnatore e pronto compositore, fu socio effettivo dell’Ateneo bresciano di scienze, lettere ed arti. Aderì con successo alla mostra dell’Ottocento Bresciano di Brescia del 1834.

1870 - Bozzetto per il sipario del Teatro Sociale di Palazzolo

L’opera presenta una veduta di Palazzolo, con in primo piano tre signore della borghesia locale che rappresentano l’agricoltura, Giulia Dotti Cicogna, l’industria, Lucia Camorelli ed il commercio Francesca Fenaroli. Quando si trattò di realizzare il grande velario del boccascena del Sociale, l’opera subì delle varianti rispetto all’idea originale: comparvero dei puttini, due accanto all’aratro e uno vicino alla ruota dentata. La forma dell’aratro venne modernizzata. Sullo sfondo la prospettiva del ponte ferroviario cambiata così come gli alberi sulla destra, dai quali emerge la Torre. Sul cartiglio sotto l’incudine venne aggiunto il disegno di una locomobile vanto della meccanica locale.

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GIOVANNI BATTISTA RAMPANA (1841-1911) Nato a Palazzolo, frequenta l’Accademia di Brera a Milano, si arruola a diciassette anni nelle file garibaldine e partecipa alla campagna del 1860-61 nel 3° reggimemto Bersaglieri. Di quella campagna resta un prezioso album di suoi disegni. Pittore, fotografo, fu insegnante di disegno nella scuola da lui fondata a Palazzolo. Sua la pala dell’altare maggiore della chiesa di San Giovanni e le decorazioni della pareti della cappella del Suffragio.

1880 - Chiesa di San Giovanni Evangelista

Il disegno aiuta a capire meglio il complesso della chiesa di San Giovanni Evangelista, della Cappella del Suffragio dei Morti, collocata perpendicolarmente al lato nord della chiesa, ed il locale della sagrestia. Sulla parete nord della cappella sono visibili le pitture, oggi scomparse: al centro la Croce e ai lati gli scheletri. Sulla destra è posta la Torre Rotonda, come era alla fine dell’800. La costruzione medievale si era salvata dall’abbattimento, discusso nel Consiglio comunale del 1882. Più tardi, negli anni 1910-13, il torrione venne utilizzato per ospitare alla sommità la vasca per la raccolta delle acque dell’acquedotto comunale; in quell’occasione venne aggiunto il tetto. Una portina delimitava l’accesso al sagrato della chiesa. Non era stata ancora aperta la strada che dalla Piazzetta di Mura andava al cimitero. I due personaggi sono la firma dell’autore.

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GIOVANNI BATTISTA RAMPANA

1880 - Piazza del Mercato a Palazzolo

Il disegno della Piazza del Mercato, non è firmato. Per attribuirlo al Rampana si sono dovuti effettuare dei confronti con altre sue opere. Decisivo quello con il complesso di San Giovanni a Mura. In entrambi i disegni compaiono due personaggi che hanno l’identica foggia. L’antica Platea Magna sive Mercati, nella sua pianta originale, era chiusa a nord con i portici che erano la caratteristica del luogo. La fontana, che il Rampana disegna in primo piano, stava sul lato nord della Piazza. Venne smontata negli anni venti per permettere l’esecuzione dei lavori della strada postale che, scendendo dalla Riva, raggiungeva Mura, e spostata in fondo alla Piazza a metà dell’800. Il disegno ci consente un confronto fra i fabbricati del lato ovest, ad archi ogivali ed est con colonne in pietra di Sarnico. Sullo spigolo del fabbricato d’angolo verso il ponte è disegnato il vecchio fanale a gas per l’illuminazione stradale, e, sul lato sinistro, sopra l’ingresso spicca l’insegna dell’osteria.

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1880 - Stabilimento della calce e cementi

Disegno tratto dall’opuscolo Società. Italiana dei cementi e delle calci idrauliche, Bergamo,1881, pag 14b. L’officina della calce e cementi viene costruita negli anni 1854-55 dalla società francese Lamarque e Lutreck per produrre il legante per la costruzione della ferrovia dell’alta Italia. Questo impianto cambia profondamente la sponda sinistra del fiume, nell’area delimitata dalle seriole Vetra e Fusia, strategica per l’esistenza di forza idraulica, sfruttata da molini antichi, e della via d’acqua (Fusia) per il trasporto della materia prima scavata lungo le sponde del lago d’Iseo.

1884 - L’Italcementi, officina di Palazzolo

Disegno dal volume” La Italcementi, origine e vicende storiche”, di C. Fumagalli, Bergamo 1964.

Il disegno merita alcune osservazioni. A nord del ponte ferroviario c’è una passerella su tiranti di corda, che permette di raggiungere il molino in sponda destra Oglio dal quale parte una cinghia di trasmissione che porta il movimento allo stabilimento. Svetta una ciminiera a base quadrata. Lo stabilimento è collegato alla rete ferroviaria e dotato di un binario a scartamento ridotto, interno allo stabilimento, sul quale vengono spinti dei carrelli a mano. Un ponticello sovrappassa la Vetra e una strada corre sull’argine sinistro della stessa. Un molino porta del movimento all’officina. Chiude una grande costruzione sovrastata da sei camini fumanti. Qui era utilizzata l’energia prodotta dal vapore. Non c’era ancora la corrente elettrica.

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1896 - La Torre del Popolo

Da una fotografia di Giovanni Battista Rampana viene ricavata questa incisione che arricchisce il volume di Gustavo Strafforello, La Patria… geografia dell’Italia, cenni storici, costumi, ecc., Utet. Torino, 1890, pp. 445.

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Indice delle vedute

p. 5 – Giuseppe Rudelli, 1812, Castello di Palazzolo, disegno a penna acquerellato, coll. privata p. 7 – Giuseppe Rudelli, 1812, Molini fuori della porta dell’Ospitale a Palazzolo, disegno a penna acquerellato, coll. privata

p. 19 – Giuseppe Elena 1838, Ponte sull’Olio a Palazzolo, litografia, da Lombardia pittoresca… vol.II

p. 33 – 1858, La torre di Palazzolo, incisione dalla Grande illustrazione del Lombardo-Veneto.., Milano, 1858

p. 21 – Pietro Ronzoni 1840, Veduta presso il Cividino sulla sponda bresciana del fiume Olio, matita da L. Ravelli, La bergamasca e dintorni…, Bergamo, 2002

p. 35 – 1858, Viadotto di Palazzolo disegno di Joli, incisione di Vaiani dalla Grande illustrazione del LombardoVeneto.., Milano, 1858 p. 37 – Luigi Campini 1870 - Palazzolo, olio su tela, coll. privata

p. 9 – Pietro Ronzoni 1823, Torre a Palazzolo, disegno a penna acquerellato, coll. privata

p. 23 – Pietro Ronzoni 1840, Cividino, matita da L. Ravelli, La bergamasca e dintorni…, Bergamo, 2002

p. 39 – Giovanni Battista Rampana 1880, Chiesa di San Giovanni Evangelista disegno acquerellato, Biblioteca Lanfranchi, Palazzolo

p. 11 – Pietro Ronzoni Cividino e fiume Olio, 12 febbraio 1823, disegno a penna acquerellato, coll. privata

p. 25 – Pietro Ronzoni 1840, Pallazzuolo,12 ottobre 1840, matita da L. Ravelli, La bergamasca e dintorni…, Bergamo, 2002

p. 41 – Giovanni Battista Rampana 1880, Piazza del Mercato a Palazzolo disegno da fotografia, Biblioteca Lanfranchi, Palazzolo

p. 13 – Luigi Deleidi, il Nebbia 1825, Capriccio invernale, olio su carta applicata su tela, Milano, Galleria d’arte Studiolo

p. 27 – Pietro Ronzoni 1841, Pallazzuolo, matita da L. Ravelli, La bergamasca e dintorni…, Bergamo, 2002

p. 43 – 1880, Stabilimento della calce e cementi, incisione, dall’opuscolo Soc. Italiana dei cementi e delle calci idrauliche, Bergamo, 1881

p. 15 – James D. Harding 1834, Palazzolo, litografia Harding’s sketches at home and abroad, Londra, 1836

p. 29 – Andrea Marenzi 1850, Palazzolo, disegno a penna, coll. privata

p. 44/45 – 1884, L’Italcementi, officina di Palazzolo, disegno acquerellato, dal volume di C. Fumagalli, La Italcementi, origine e vicende storiche, Bergamo, 1964

p. 17 – Francesco Gandini 1836, Palazzolo, incisione acqua tinta da Viaggi in Italia… vol. III

p. 31 – 1850, Veduta della chiesa vecchia di Palazzolo, disegno a penna Racc. stampe Bertarelli, Milano

p. 47 – 1896, La Torre del Popolo incisione da fotografia di G.B. Rampana da La Patria.. geografia dell’Italia. Torino, Utet, 1890