PERCORRENDO LA VALLE DELL'OGLIO
L'Oglio al centro di secoli di controversie
di Francesco Ghidotti - QUARTA PUNTATA
Brescia e Bergamo per secoli si disputano i diritti sul fiume. Per capire le vicende, anche militari, dei secoli XI e seguenti, è necessario accennare alla storia di quel diritto.
Secondo la costituzione di Federico I, dettata dai dottori dell'Università di Bologna, i fiumi e, quindi, tutto ciò che riguarda l'uso delle acque: navigazioni, porti, ponti, pescagioni, molini e seriole, sono di proprietà dell'imperatore, che ne può disporre a suo piacimento.
Divenuti i Vescovi diretti rappresentanti degli imperatori del Sacro Romano Impero, cercarono di ottenere, oltre ad altre concessioni, anche quella sull'Oglio.
Nel 1037 Corrado II concede al vescovo di Brescia Ulderico la giurisdizione sull'Oglio e su entrambe le sponde. Il vescovo di Bergamo nel 1041 ottiene da Enrico III tutti i diritti sul contado bergamasco, il cui confine di levante è rappresentato dall'Oglio.
Ognuno dei feudatari cerca di sfruttare al massimo le concessioni imperiali; l'Oglio è quindi oggetto delle loro attenzioni. E' soprattutto il vescovo di Brescia che, sicuro del diritto su entrambe le rive, si considera padrone del fiume. Chiunque ha bisogno di utilizzarne le risorse deve rivolgersi a lui.
I Bergamaschi ed anche i Cremonesi mal sopportano la totale supremazia bresciana sulle due sponde del fiume. Alla prima occasione di dissenso fra Brescia e Bergamo per ragioni di confine in quel di Lovere, si ricorre alle armi e gli scontri avvengono lungo il basso Oglio.
1156, battaglia delle "Grumore" e prima Pace di Mura
L'11 marzo 1156 i Bresciani invadono con il loro esercito il Bergamasco passando il fiume a Pontoglio poichè le solide difese di Mura lo impedivano.
Nella campagna di Palosco detta "Le Grumore" avviene lo scontro fra i due eserciti. I Bresciani alla fine escono vincitori, distruggono il castello di Palosco e rientrano in città esultanti con lo stendardo di S.Alessandro, patrono di Bergamo.
Il 21 marzo, nei prati vicino alla chiesetta di S.Michele, posta nella campagna fra Telgate e Palazzolo, viene concluso un trattato di pace con solenni promesse da ambo le parti.
C'è un breve periodo di concordia che coincide col giuramento di Pontida e la comune lotta all'imperatore Federico Barbarossa, che aveva avocato a sé i diritti sul fiume. Si giunge alla pace di Costanza del 1183 e in quella sede il diritto imperiale sul fiume passa alle città firmatarie, fra cui Brescia.
Sorgono nuove alleanze: i Bergamaschi stanno con i Cremonesi per nuove rivendicazioni sull'Oglio.
I Bresciani si alleano coi Milanesi.
1191, battaglia della "Malamorte" e seconda pace di Mura
Nel 1191 scoppia una nuova guerra, che si svolge lungo il tratto di fiume da Telgate a Palazzolo, Palosco, Cividate e Rudiano. Ai primi di luglio i Bergamaschi pongono gli accampamenti a Telgate e Palosco; i Bresciani a loro volta conducono il carroccio e prendono posizione a Palazzolo e mandano altre forze a tenere i castelli di Pontoglio e Rudiano.
Nella notte del 6 luglio Bergamaschi e Cremonesi, forti di 1500 uomini, gettano un ponte di legno a Cividate e si danno a saccheggiare le campagne di Urago e Pontoglio. La mattina del 7 luglio avviene lo scontro decisivo ed i Bresciani ricacciano gli alleati di là dal fiume. Il ponte di legno si spezza e nell'Oglio finiscono uomini ed animali. La sconfitta a Bergamo e Cremona costò un alto numero di caduti tanto che la battaglia passò alla storia col nome di "Malamorte".
Ma gli scontri non risolvono le annose questioni di confine per cui nel 1192 interviene lo stesso imperatore Enrico VI a dirimerle, riconoscendo i diritti del Comune di Brescia su ambedue le sponde "dalla corte e territorio di Mura e dalla corte e territorio di Palazzolo in su fino al lago d'Iseo e in giù fino a Mosio".
E' questo l'atto che sanziona l'appartenenza delle due corti regie al Bresciano e l'unificazione del territorio di quello che sarà poi il "comune" di Palazzolo.
A Mura l'11 agosto, nel prato di S.Pietro in Valico, posto fra Mura, Telgate e Grumello, all'ombra di un noce, i consoli Bresciani e Bergamaschi, con largo seguito di consiglieri e di popolo, firmano e giurano una nuova pace.
La nuova strada per Grumello
Le beghe non finiscono qui e l'8 luglio 1219 nel chiostro della pieve di Palazzolo, si svolge un altro atto di pacificazione con un accordo per la costruzione di una strada nuova che unisca Mura con Grumello, che sarà terminata entro i primi di settembre.
Gli Statuti di Brescia del 1281 ribadiscono il diritto imperiale sulle acque del fiume e affermano che qualunque persona o comunità bresciana può derivarne le acque a sue spese. Questa è la ragione per cui le più antiche rogge derivate dall'Oglio non hanno un titolo di concessione specifico: esse lo fondano negli Statuti bresciani.
Nel 1427 coll'avvento della Repubblica di Venezia, in occasione di altre controversie fra Milano e Venezia, si conviene che il fiume, su ambedue le rive, per la larghezza di 100 trabucchi (circa 260 metri) è di sola proprietà bresciana.
Solo la pace di Lodi definisce che il confine fra Brescia e Bergamo corre al centro del fiume. Ma tale decisione ormai non ha più l’importanza di un tempo poichè l'Adda è ora il nuovo confine fra Milano e Venezia.
Nei secoli seguenti continuano le dispute sull'uso delle acque divenute sempre più importanti per l'irrigazione e per la forza idraulica indispensabile per la nascente industria.
via33,1.3.2008