Percorrendo la valle dell'oglio: l'oglio é barriera difensiva già 500 anni prima di cristo (2)
pubblicato il: 01/12/2007
da: Via 33
Scarica il documento:
via33-dic07-ghidotti.pdf

PERCORRENDO LA VALLE DELL'OGLIO

L'Oglio è barriera difensiva già da 500 anni prima di Cristo

 

di Francesco Ghidotti - SECONDA PUNTATA

 

Insubri e Cenomani stanno su sponde opposte

 

Il nostro fiume, le cui rive ora sono collegate con numerosi ponti, era allora un ostacolo naturale all'intrecciarsi di rapporti fra le popolazioni, che stavano sulle sponde opposte.

Le vicende stagionali dell'Oglio influenzano i comportamenti degli uomini che, avendone appreso i tempi e i modi, approfittano delle magre del fiume per individuare i punti più adatti al guado e dove organizzare un porto, inteso come attracco di una barca-traghetto.

L'Oglio è barriera difensiva e fa da confine per i popoli di razza celtica, che circa 500 anni prima di Cristo scendono dal centro dell'Europa, valicano le Alpi e si affacciano sulla Pianura Padana.

Essi sono divisi in varie tribù: quella degli Insubri non trova resistenza fra i Liguri, si scontra con gli Etruschi sul Ticino, li vince e si stanzia verso occidente fondando Milano.

Una seconda, quella dei Cenomani, si stabilisce fra l'Oglio e il Mincio e fissa come capitale Brescia.

Altre ancora, scendendo lungo la penisola, vinti i Romani al fiume Allia nel 387 a.C., invadono e saccheggiano Roma. I Romani chiamano "Galli" questi popoli nordici i quali, dopo aver ottenuto un forte pagamento in oro, lasciano la città e si ritirano verso nord. Questo avvenimento evoca ricordi scolastici collegati all'episodio delle "oche del Campidoglio".

I Cenomani a est dell'Oglio e gli Insubri ad ovest sono il primo esempio di ciò che accadrà per tanti e tanti secoli, fino all'epoca napoleonica, quando l'Oglio e Palazzolo stessa saranno divisi fra due Stati confinanti.

Il nostro destino di terra di "frontiera" fra due entità territoriali quasi sempre divise e qualche volta ostili, è all'origine delle incomprensioni e diffidenze che, anche nel recente passato, hanno spinto la realtà bergamasca e quella bresciana su posizioni diverse, che invece, superata la barriera naturale dell'Oglio, dovrebbero convivere e integrarsi con reciproco vantaggio, ora che questo nostro fiume si supera agevolmente.

 

Cenomani ed Etruschi lasciano tracce sul nostro territorio

 

Coi Cenomani termina la preistoria ed inizia la storia scritta della nostra terra: infatti gli scrittori latini e greci parlano di Brescia, quale città più importante del territorio da essi occupato.

I Cenomani, pur conservando abitudini guerriere, a poco a poco ingentiliscono i loro usi e costumi; si dedicano all'agricoltura, prosciugano paludi, diradano i boschi di querce, seminano grano e miglio, allevano il bestiame: maiali e soprattutto cavalli; usano carri a due (bèna) e quattro ruote, bevono vino prodotto dai loro vigneti, curano le api per cavarne miele, unico dolcificante dell'antichità.

Il nostro territorio, coperto di boschi e con vaste aree paludose, in pochi secoli di lavoro dei Liguri e dei Galli si trasforma in regione fertile e ricca.

I Cenomani vivono in villaggi sparsi, fatti di capanne. Non esistono quindi traccie di costruzioni galliche. Adorano un gran numero di divinità; parlano una lingua dura dove sono frequenti i suoni in u e o, conservati nel nostro dialetto. Pare siano di origine celtica i nomi delle località con suffisso in "duno" (Chiuduno), in "ate" (Seriate) e in "ago" (Urago). Secondo alcuni studiosi sono di origine celtica i nomi di Bornico "burnec", corrispondente a "sorgente" ancora esistente a San Pancrazio proprio dove scorre la Miola, il cui nome sarebbe gallico "mooi" (acqua bassa). Inoltre Vernazo, podere a Palazzolo, da "verna" significante pianta di ontano; e "tegia" nel significato di capanna, tettoia, da cui Teze.

Importanti ritrovamenti archeologici sono quelli di Timoline, Coccaglio, Cologne. C'è chi ha ipotizzato un sistema difensivo gallico sulla linea dell'Oglio con opere importanti sullo sperone del monte Orfano e strade di accesso all'Oglio, utilizzate in seguito dai Romani.

Essi ebbero contatti con gli Etruschi che, anche prima del loro arrivo nella Padania, avevano intessuto rapporti commerciali coi popoli liguri. Si viene quindi operando una graduale fusione con le popolazioni preesistenti, che portano alla gente gallica indubbi elementi di lingua, cultura e civiltà.

Sono infatti gli Etruschi che, oltre ad insegnare a costruire case in muratura, a fondere i metalli, a regolare i canali d'irrigazione, diffondono l'alfabeto e la scrittura utilizzate nel V secolo prima di Cristo su vasi e pietre. Proprio per rendere più facili gli scambi commerciali con le genti a nord del Po e oltre le Alpi, gli Etruschi utilizzano quella rete stradale pedemontana che poi i Romani faranno oggetto di particolari cure per i collegamenti rapidi fra Milano ed Aquileia e che passa proprio sul nostro territorio.

Nel terzo secolo a.C. inizia lo scontro con Roma ed i Cenomani sono l'unico popolo di origine celtica che si allea coi Romani e che ne trae vantaggi, estendendo fino all'Adda e all'Adige la propria dominazione.

All'arrivo di Annibale in Italia anche i Cenomani si ribellano a Roma e nel 196 a.C. il console C.Cetego sconfigge sul Mincio Cenomani ed Insubri; poi Roma stringe con loro un trattato di alleanza.

L'amministrazione romana, impostata sui "pagi" e "vici", rispetterà il preesistente ordinamento cenomane. Così come lascerà alle popolazioni locali ampia libertà di lingua e di religione.

via33,1.12.2007