Cosa ne facciamo del vecchio ponte sull'Oglio ?
E' arrivato il momento di mettere a riposo il vecchio ponte sull'Oglio ?
Sembrerebbe proprio di sì, alla luce delle decisioni che il Consiglio Comunale sta prendendo per la costruzione di uno nuovo.
Un argomento di discussione per tutta la cittadinanza chiamata nei prossimi mesi a dire la sua in proposito.
Ma torniamo allo stato di salute del ponte carraio.
Una recente ispezione alle fondamenta, effettuata da un gruppo di subacquei e documentata da riprese fotografiche, ha evidenziato le cattive condizioni delle fondamenta dei piloni di sostegno del manufatto ed il consulto di esperti, che ne è seguito, ha prospettato la necessità della chiusura del ponte al traffico ed una serie di interventi di consolidamento delle fondamenta.
Le piene, anche recenti, del fiume hanno messo ancora più a rischio l'antico monumento. E' la prima volta che si sono potuti effettuare degli esami così da vicino ed è probabilmente venuto il momento di intervenire con decisione. Ma,a parte i pareri tecnici sulla stabilità dell'opera, cosa ne sapppiamo noi del ponte ?
Proviamo a riassumerne, per quanto possibile,le vicende storiche. Quando il livello del fiume scende al minimo e l'acqua è trasparente si intravedono le fondamenta dei piloni di sostegno, che si presentano alla base in forma rotonda; su queste parti più antiche poggiano gli speroni in pietra, che difendono i piloni stessi dalla corrente del fiume. E queste forme, rimaste intatte attraverso i secoli, farebbero pensare a un manufatto tardo romano. Il parere degli studiosi è che il ponte sia stato costruito intorno al IV secolo dopo Cristo,in una zona in cui, in tempo di magra, emergevano degli isolotti, che avrebbero reso più facile l'appoggio del manufatto e l'attraversamento del fiume.
La sua costruzione era essenziale per i collegamenti di Brescia con Bergamo e Milano, su una tracciato stradale che correva ai piedi delle colline e lontano dalla zone paludose e boscose della pianura. Dal ponte di Palazzolo la strada prendeva due direzioni : per Bergamo e soprattutto per Milano, via chiamata più tardi strada "francesca".
Cambiamenti invece sono avvenuti nella parte fuori dell'acqua: nella forma originale il ponte aveva cinque archi e poggiava su altrettanti solidi pilastri, era a schiena d'asino e le volte in pietre squadrate.
Durante le dispute medioevali per i confini fra Bresciani e Bergamaschi, venne chiuso da fortifilizi sia all'estremità verso la Piazza che all'uscita verso Mura.
In una descrizione del 1482 si legge che "il ponte d'Oglio ha quattro piloni et cinque volti, con li suoi fortezze, videlicet Torazzo da doman parte al ponte...con la fortezza che è da sera ".
Gli archi sono quelli che hanno subito i maggiori rimaneggiamenti: il primo, verso la Piazza, è stato addirittura chiuso e interrato, allorchè venne demolito il "torrazzo" e ampliati verso il fiume i fabbricati della grande Piazza del Mercato; un altro, intorno al 1511, è rifatto con legname fornito dai Grumellesi e ricostruito in mattoni nel 1533 ; quello centrale cadde durante la guerra del 1799.
Per almeno dieci anni rimase di legno e in quella occasione si avanzò il progetto di un nuovo ponte a nord della chiesa parrocchiale con deviazione del tracciato della strada postale. Ma verso il 1810, per non isolare la Piazza dal passaggio della strada "regale", l'arco era rifatto in mattoni.
Così passo passo tutto il ponte subisce un allargamento verso valle di almeno un metro e mezzo.
Dell'arco interrato si sono potuti vedere i resti originali qualche anno fa durate la posa della fognatura nella via del ponte.
Ma non è finita. Agli inizi di questo secolo l'Amministrazione comunale, viste le continue inondazioni della Piazza e delle zone adiacenti, attribuendone forse la colpa all'ostacolo costituito dalle solide strutture dei piloni, faceva predisporre un progetto di demolizione del ponte e la sua sostituzione con un nuovo manufatto ad una sola campata.
Progetto che, se realizzato, avrebbe significato la scomparsa di questo monumento cittadino, che, se in futuro verrà alleggerito del traffico veicolare, rimarrà ancora per secoli, speriamo, a testimoniare dell'importanza del nodo stradale intorno a cui è sorta e si è sviluppata la nostra città.
La Voce di Palazzolo, 25 febbraio 1994