UNA CHIESA TRASFORMATA IN CASERMA
La confraternita del Gonfalone, o dei Disciplini, la cui origine viene collocata intorno al 1481, aveva la sua sede nella chiesa dedicata a San Francesco, appoggiata al coro della vecchia pieve, ad una sola navata, con un unico altare e nella quale si svolgevano tutte le funzioni religiose patrocinate della “Scuola dei Disciplini” anch’essa istituita anticamente, certamente prima della costruzione della chiesetta.
Tale confraternita venne soppressa, come è noto, il 3 ottobre 1797, al tempo della Repubblica bresciana ed i suoi beni, compresa la chiesetta, passarono alla comunità a seguito del decreto di Eugenio Napoleone del 1806. Fino al 1813 però la chiesa venne usata per tenervi il catechismo domenicale delle fanciulle. In quell’anno il Comune, al quale era pervenuto l’immobile, pensò di trasformarlo in caserma militare.
Il capomastro-architetto, come si firmava, Antonio Mana, fece una perizia di spesa di L. 225. Da essa si rileva che il vaso della chiesa, il coro, a livello più alto come in tutte le chiese, e la sacrestia potevano benissimo essere capaci di contenere un numero di duecento persone; occorrendo per collocarvene altre 160 si sarebbe potuto fare un soffittone a metà dell’altezza della chiesa, essendo essa alta braccia 16.
Il tecnico annotava nella sua perizia che, oltre alla chiesa, vi era anche “una bellissima cucina grande e comoda col suo camino nel mezzo, maestoso ad uso di convento, con i suoi vestarioni per porvi la fornitura di cucina”. Era questa la stanza in cui i Disciplini si riunivano a recitare l’Ufficio della B. Vergine già descritta anche da San Carlo nel 1580.
In base a questo preventivo di spesa, il Comune indisse una pubblica asta che venne aperta con il solito suono di campana. Fra i vari concorrenti vinse la gara d’appalto Giovan Maria Lanzini che aveva concesso uno sconto di L. 25.
Egli iniziò i lavori di trasformazione della chiesa in caserma il 12 novembre 1813 e dopo venti giorni l’operazione era terminata. Per portare il livello del pavimento della chiesa all’altezza di quello del coro, il Lanzini si servì del materiale ottenuto dall’atterramento del vecchio campanile.
Anche la cantoria venne tolta e della chiesa non rimase che il volto del coro sovrastato dal campanile, anch’esso demolito nel 1869 per far posto all’altra trasformazione, operata quando il Comune concesse la caserma “Disciplina” alla società teatrale per farne il nuoco teatro sociale.
Queste brevi notizie ci aiutano a chiarire cronologicamente le radicali modifiche subite dalla chiesa di S. Francesco nel secolo passato, i cui resti sono tuttavia riconoscibili ancora oggi dalla salita della Torre del popolo, dalla quale si sovrasta tutto il corpo della chiesa e le altre restanti costruzioni di un angolo antichissimo della nostra città.
La Voce di Palazzolo, 1 aprile 1967