Per costruire il teatro Sociale venne abbattuto il campanile
Il 30 settembre 1797 per ordine del Governo Provvisorio Bresciano venivano soppresse ed abolite tutte le Confraternite e le Discipline esistenti nella nostra Provincia. Il 3 ottobre anche la nostra antica Confraternita del Gonfalone, o dei Disciplini di S. Francesco, che pare fosse in vita dal 1841, restava abolita e i suoi beni, divenuti nazionali, finirono per essere usati dal Comune per il pagamento delle spese dell’istruzione primaria.
La sede della Confraternita, era una chiesetta, dedicata a S. Francesco ed addossata all’abside della vecchia parrocchiale. Aveva una sola navata a volta ed un altare prima di legno e poi, dopo la visita di S. Carlo, forse di marmo. Successivamente i membri della Confraternita, che andavano alle funzioni ed alle processioni vestiti con un’ampia tunica e copricapo a cappuccio bianchi, dotarono la chiesetta di mobili suppellettili varie.
Mentre le rendite in denaro, furono l’anno dopo utilizzate alla municipalità per il pagamento dei maestri delle scuole, la chiesetta passata al Demanio dello Stato fino al 1810 circa venne adibita ancora ad usi sacri e vi si teneva il catechismo domenicale delle fanciulle. Infatti il 10 ottobre 1810 la Fabbriceria locale scriveva al delegato per il culto in Chiari che “credesi in dovere questa Fabbriceria, unitamente col rev. Arciprete, di partecipare a V.S. M.R. da che i Capi di questa Comune vociferano di voler prevalersi della chiesa che era della soppressa Confraternita del Gonfalone, in cui si esercita l’Opera della Dottrina cristiana alle ragazze, e convertirla in caserma o quartiere dei soldati. Ciò le serva di regola di regola. Si protestano colla solita stima e rispetto”.
Le vociferazioni divennero invece realtà, poiché la chiesa della Disciplina divenne presto la “Caserma Disciplina” e il 12 febbraio 1869, il Consiglio comunale la cedette alla Società teatrale per costruirvi il Teatro Sociale.
Per trasformare la chiesetta in sala del teatro si dovette porre mano a sostanziali modificazione delle strutture dell’edificio, onde la costituita Società, rappresentata dai signori Mazzoni dr. Francesco e Lagorio Agostino inoltrava alla fabbriceria la seguente istanza: “Allo scopo di procedere alla costruzione del nuovo teatro nel locale Caserma Disciplina si rende necessario di demolire il campanile che vi è soprastante il quale è anche in pericolo di cadere. Siccome però quel campanile serve ad uso della vecchia chiesa parrocchiale, cos’ la sottoscritta Commissione prima di atterrarlo rende nota a questa on. Fabbriceria che si è predisposto un progetto, di cui si unisce copia, allo scopo di costruirne uno nuovo sull’angolo fra monte e mattina della chiesa stessa il quale sarà più solido e di maggior comodità per servizio del culto.
Chiedesi quindi il nulla osta a questa on. Fabbriceria per le esecuzione del progetto medesimo.
Si osserva che a motivo della stagione invernale la ricostruzione del campanile si protrarrebbe alla prossima primavera onde riesca più solido, e frattanto nella medesima località sarebbero collocati dei travi di sostegno della campane perché l’uso non ne venga interrotto. La sottoscritta Commissione interpellò in proposito il sig. Arciprete il quale dichiarò che è bel lieto che venga eseguito il suddetto progetto”.
Dall’unito progetto, redatto del capomastro Zanoni, si apprende che il suddetto campanile era posto sopra il volto della Caserma della Disciplina e che quello nuovo, di forma quadrata con lato di m. 2 e alto m. 7 sarebbe stato collocato sopra il cantonale che esisteva sopra la sacristia; il tutto con una spesa di L. 275.
Istanza e progetto portavano la data del 15 dicembre 1869.
Due giorni dopo la Fabbriceria si riuniva alla presenza dei sigg. Gottardi Giacomo, Raineri Eugenio, Sufflico Gio.Battista,Brentana Carlo e dava il suo assenso alla demolizione ed alla relativa ricostruzione del campanile. Raccomandava soltanto che esso fosse pronto per il mese di maggio 1870 e che le campane fossero collocate su “qualsiasi ordigno” purché fossero in grado di suonare.
Si iniziò subito la demolizione del campanile e si collocarono le campane su un castello in legno, ma durante l’inverno tale posizione del concerto campanario mandò in rovina i mantici dell’organo che si trovavano proprio nel locale sottostante. La Fabbriceria chiese perciò in data 19 febbraio 1870 alla Commissione teatrale che “in vicinanza della celebrazione del Sacro Triduo trasportasse le campane in altro sito purché si possano in qualche modo suonare ed a ridurre il tetto dove si trovavano i mantici nel primitivo stato nonché a rimborsare la somma di L.45 spese per l’aggiustamento dei mantici”.
Inoltre la Fabbriceria non era più del parere di costruire il campanile sul lato nord della chiesa, ma n un altro posto.
La Commissione teatrale, il 24/2 chiedeva di poter effettuare un sopralluogo per definire il posto scelto per l’edificazione del campanile e aggiungeva che il “lamentato inconveniente ai mantici successe senza colpa della Commissione “. Da ultimo come argomento che doveva servire a moderare le richieste della Fabbriceria aggiunse che “finora ha trascurato ogni suo diritto e proprietà, per deferenza alla chiesa ed alla popolazione, diritti e proprietà che si riserva in ogni occasione di rivendicare”.
Si può pensare che all’atto della cessione della Caserma fossero compresi e campanile e campane perché esistenti sopra l’immobile acquistato, solo che la Commissione teatrale non poteva ignorare la destinazione e quindi non avanzare pretese sull’uno e sulle altre. Solo ora per tenere a freno la Fabbriceria tirava in ballo questo argomento.
Viene stabilito di comune accordo che il 1.o marco , quale giorno per effettuare il sopralluogo e tutte le questioni furono affrontate e risolte, perché il 23 successivo veniva stesa una convenzione fra la Fabbriceria e la Commissione teatrale che poneva fine a tutta la vertenza. Eccome i termini principali: “ 1- Il campanile verrà costruito sulla scala a chiocciola posta in un angolo a mezzodì della chiesa suddetta della larghezza della scala medesima, e altezza di cui al precedente progetto, al quale sarà pure praticata una porta con andito al coro della chiesa suddetta della larghezza della scala medesima, e altezza di cui al precedente progetto, al quale sarà pure praticata una porta con andito al coro della chiesa, con relativi usci a tutte spese della Società Teatrale; 2-la Fabbriceria rinuncerà alle L.45 sborsate per la riparazione di mantici; 3-la Società Teatrale porrà in opera le due campane usando però il vecchio materiale obbligandosi a non porre ostacolo a che esse rimangano ad uso perpetuo del culto sotto la direzione del parroco e della Fabbriceria, con facoltà a questa di farle riparare in caso di rottura ed anche di cangiarle perché se ne continui il servizio; 4-la commissione teatrale renderà mano incomoda la servitù praticata alle finestre della cupola della chiesa coll'innalzamento del tetto, per la quale novità non fa la fabbriceria opposizione alcuna".La convenzione venne firmata dai fabbriceri Brentana, Sufflico, Gottardi e Rampana Giuseppe e dai membri della Società Tetrale dr. Mazzoni e Lagorio.
Finiva così la vertenza che però sanciva la costruzione di un campanile piccolo e brutto, collocato accanto al vecchio e mozzato "Toracium horarum" del quale utilizzava la dugentesca scaletta a chiocciola. Inoltre il tetto del teatro veniva parzialmente a chiudere, come si può vedere ancora oggi, le finestre che danno luce all'abside della vecchia Pieve,
La Voce di Palazzolo, 26 novembre 1966