I dieci anni di parrocchiato di don guerrini
pubblicato il: 17/10/1975
da: La voce di palazzolo

I DIECI ANNI DI PARROCCHIATO DI DON GUERRINI

Dopo quasi dieci anni di parrocchiato, don Faustino Guerrini lascia la parrocchia di S. Maria Assunta chiamato da S.E. mons. Vescovo e dall’unanime volontà dei responsabili della comunità diocesana a reggere il seminario di Brescia, seminario in cui era entrato giovinetto nel lontano 1935 come seminarista, e, vent’anni dopo, nel 1955, come insegnante.

La notizia della sua nomina e quindi del suo allontanamento da Palazzolo è venuta così improvvisa che fino all’ultimo ci ha lasciati increduli.

Don Guerrini lascia la parrocchia dove era giunto in aiuto dell’anziano mons. Piccinelli il 6 febbraio 1966, poco più di un mese prima della scomparsa dello stesso Piccinelli, avvenuta il 20 marzo. Assunte quindi le funzioni di vicario economico della parrocchia attese la nomina a parroco avvenuta il 5 agosto e solennizzata con l’ingresso ufficiale dell’11 settembre.

Lascia la parrocchia dopo aver realizzato opere significative ed averne iniziate altre che saranno eredità del suo successore e dell’intera comunità parrocchiale.

Non posso qui che riassumere brevemente i fatti più salienti della sua attività pastorale aperta nel gennaio 1967 con un ciclo di conversazioni sulla famiglia nello spirito del Concilio Vaticano II a cui ha continuamente richiamato il suo operare.

Il 20 giugno dello stesso anno riteneva giunto il momento di convocare tutti i capifamiglia al Teatro Aurora per presentare loro un programma a lungo termine e per coinvolgerli nelle scelte che riguardavano: problema della Casa del giovane, oratorio maschile, Casa della giovane, Scuola “Pro Famiglia”, vecchia parrocchiale e ricovero vecchi.

I problemi affrontati in quella riunione e le proposte operative scaturite hanno impegnato parroco e parrocchiani in questi dieci anni.

Un riesame, nel quadro delle attività parrocchiali della funzione della Casa del Giovane – sorta negli anni 50 come occasione di incontro e di formazione dei giovani – e la valutazione del relativo onere finanziario gravante sulla parrocchia, consigliarono di cederne gradualmente le strutture a privati; gli sforzi finanziari furono concentrati sulla ristrutturazione e sull’aggiornamento dell’oratorio maschile di San Sebastiano, la cui nuova ala venne inaugurata il 31 maggio 1970. All’inizio del ’69 don Guerrini, come presidente dell’Ente don Cremona, dà inizio a quell’opera di sensibilizzazione della comunità palazzolese per una nuova forma di assistenza agli anziani che poi, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale è sfociata nelle forme avanzate dell’assistenza domiciliare, del centro sociale, dei mini-alloggi e infine del consorzio fra Eca, Comune e Ente don Cremona, esperienza che proprio il giorno della sua nomina a rettore del seminario era andato a presentare ad un convegno di Firenze, ottenendovi approvazioni significative.

Anche i restauri della Pieve, iniziati nel ’72 consentivano al parroco di offrire, con la inaugurazione dell’Auditorium S. Fedele del 3 marzo 1973, alla cittadinanza un ambiente che, nel cuore della vecchia Palazzolo, rende possibile quei contatti umani che attraverso la cultura, l’arte e ogni altra forma di dialogo sono occasione di crescita spirituale della comunità.

Anche il ricupero totale della Pieve è ormai avviato a soluzione; infatti proprio in questi giorni don Guerrini ha avuto assicurazioni che la Banca M. Popolare Agricola di Palazzolo metterà a disposizione della parrocchia una somma cospicua per questo scopo.

I problemi della famiglia e dei fanciulli handicappati affrontati in spirito di collaborazione con tutte le forze politiche e sociali cittadine, dovevano avviarsi con l’utilizzo della casa della Giovane, e intorno a questo problema don Guerrini stava lavorando quando è giunta la nuova della sua nomina.

Nel programma del ’67 non era rimasto indietro il restauro, poi felicemente realizzato, dell’organo della nuova parrocchiale e l’acquisto di quello per la chiesa vecchia, e atre opere minori, ma non meno importanti, attuate nel corso del suo parrocchiato.

In quasi tutte le parrocchie cittadine ci sono stati in questi ultimi tempi avvicendamenti di parroci. Noi pensavamo che nella nostra ciò non sarebbe avvenuto tanto presto. Invece anche per noi è venuto il momento del saluto al parroco che se ne va e che lascia il posto al suo successore. Quello che sinteticamente ho voluto scrivere riguarda le “cose” che con mano si possono toccare; non posso fare qui di tracciare un bilancio di quelle invisibili che il prete don Guerrini ha costruito nelle coscienze e nelle anime dei suoi parrocchiani.

Basterebbe scorrere i suoi scritti, rimeditare le sue omelie, rifarsi ai molteplici incontri di questi anni per accorgersi come di fronte ai fenomeni di scristianizzazione presenti nella nostra società Egli ci ha richiamati alla preghiera, ai sacramenti, alla Sacra Scrittura e soprattutto alla carità fraterna. È in nome di essa che diciamo un grazie al parroco, che ci lascia, nel quale personalmente ho trovato negli anni del mio impegno politico-sociale, un appoggio nelle iniziative più avanzate a favore di quelli che più hanno bisogno di carità fraterna.

La Voce di Palazzolo, 17 settembre 1975