Duecento anni fa moriva a Palazzolo il poeta Duranti Durante
Il 14 novembre 1780, all'età di 62 anni, moriva improvvisamente a Palazzolo il conte e cavaliere Durante Duranti. Si era ritirato nella sua casa avita, dominante la nostra città, e trascorreva qui i suoi ultimi giorni in compagnia di parenti e amici.
Egli era uno di quella schiera di uomini che fecero di Brescia un centro di studi letterari e scientifici del secolo XVIII. Per rendersi conto di quanta stima godette presso Papi, Re e Principi del tempo e come avesse acquistato fama di poeta, basta leggere qualche riga del Brognoli che nei suoi "Elogi di bresciani eccellenti" usciti nel, 1785 scrive del Nostro: «Egli fu grande e sublime nella lirica poetica, acuto e giudizioso nella satirica, piacevole e di bei sali adorno nella bernesca e nella, teatrale degno di lode, e in tutti i generi sempre leggiadro ed armonioso”, giudizio:che venne ripreso dal Gambara che diceva di lui “che primeggiò. nella poesia lirica, fu giudizioso nella satirica, piacevole nella bernesca, non immeritevole di lode nella teatrale, e in tutti i vari generi sempre leggiadro ed armonioso “.
Certo,aggiunge il Bustico, lodi esagerate e giudizi dettati più dal cuore di .amico-che dalla imparzialità .del critico; oggi nessuno si sognerebbe di paragonare le epistole durantiane alle satire dell'Ariosto. Tuttavia va riconosciuto 'ai .versi del Duranti una nobilissima intonazione:,per sentimenti degna veramente di uno scolaro del Parini. Il, personaggio, per essere meglio compreso,.va visto anche" dalla parte- dei~-suoi avversari e. cioè dalla -parte di coloro che subirono danno dai suoi comportamenti essendo Egli persona molto influente. Non .va dimenticato che venne eletto protettore della "Comunità di Palazzolo" e incaricato di dirimere, la controversia fra la nobiltà ed il popolo, che venne composta con un compromesso del 15 maggio 1773.
Pochi anni dopo scoppiò la lite per i banchi di proprietà privata che dalla vecchia si volevano spostare nella nuova parrocchiale. Anche in quella lite fra nobili e: popolo il Duranti fu a capo dei primi. Nel 1779 vennero arrestati e poi processati e condannati come sediziosi i preti don Vincenzo. Rosa, don
Giovan -Battista Masneri e Giuseppe' Morandi. Proprio il Rosa nel suo manoscritto "Sulla contesa nata in Palazzolo l'anno 1778 per i banchi della nuova parrocchiale e sugli effetti che ne seguirono" narra degli ultimi momenti di vita del Poeta e dà un giudizio dell'uomo Duranti assai diverso da quello dei suoi laudatori.
Infatti scrive:«Quella mattina dopo l'ora di terza udendo che il mio servo veniva in collegio, mi affacciai chiedendogli se aveva novità da Rovato. Esso subito mi disse che aveva una grande nuova ma mi propose che la indovinassi. Mi venne subito il pensiero della morte del Durante, e glielo avrei detto se non avessi temuto di far mala figura d’aver ciò pensato. Gl’imposi dunque con tutta l’impazienza che mi significasse l'accennata novità; ed egli soggiunse: il Durante o è morto, o è vicino a morte; m'hanno detto che sabato circa le vent'un ora sebbene fosse sano e franco, cadde di un colpo improvviso e così sbalordito e distratto si mise a gridare “confessione, confessione”, comandando che gli si conducesse Don Giovanni Foglia curato canonico per confessore; erasi per buona sorte trovato immediatamente e condottovi esso canonico Foglia, ma ciò nonostante il Cavaliere tutto fuor di sé nol riconobbe mai e continuò a gridare “confessione, confessione, don Giovanni Foglia, don Giovanni Foglia”; ed in questo inquietossi a segno che perdette la parola e l'uso dei sensi senza speranza di più riacquistarla per quanti argomenti vi abbia adoperati la medica sagacia, raccontano che sino ieri era in agonia e che questa mattina oggi sarà morto. Ad una nuova così terribile, sbalordito, risposi: Io sapevo tutto avanti che voi ne verun altro mi dicesse niente; sono tre o quattro giorni che io non penso altro che questa cosa. Ahi, povero Cavaliere! Appunto come sabato cioè agli undici di novembre ed a vent'un ora fu cominciato qui in Rovato il nostro processo per opera di quel Cavaliere, e nel medesimo giorno. ed ora ecco s'è per lui stesso incominciato un processo assai più terribile. Il seguente martedì che fu ai quattordici, io andai secondo il mio disposto a Palazzolo, e colà giunsi circa le vent'una ora. Ma (oh strana combinazione!) nello stesso momento che io arrivai in Patria, morì il Durante. Il giorno seguente fu esposto in una chiesetta vicina alla sua casa dove tutta la mattina si celebrarono Messe: ed io pure volli andare colà a celebrare, e fra i preti di Palazzolo fui l'unico che vi andai, e nessun altro vi andò sebbene vivendo ne avesse avuti molti di parassiti, di adulatori, d'istigatori e di seguaci anche nelle mie persecuzioni. La sera di quel giorno fu con dispendiosa inutile pompa portato alla parrocchia dove fu collocato sopra un catafalco tutto appositamente costruito di banchi, il possesso privativo dei quali certamente nessuno s'avvisava in quella guisa a contendergli; anzi tutti glielo cedevano assai volentieri. In tale circostanza era inutile anche l'avvogaresca colla pena dei cinquecento ducati.
Questo Signore fu da pochi compianto anche del partito signorile, molti dei quali aveva disgustato, e non saprei dire di quante maledizioni sia stato caricato dai popolari massime in quei pochi giorni di agonia; poiché allora rilasciato ogni freno di verecondia e di timore , ne dicevano apertamente finché ne potevano dire, dappertutto nelle case, nei campi, nelle strade, nelle 'piazze e nelle osterie…Egli era dotato di grandi qualità ed avrebbe potuto essere l'idolo del paese: ma la sua mal regolata ambizione, la sua inclinazione ai sospetti ed alle·adulazioni e la precipitazione nel giudicare e nell’adirarsi guastarono il tutto, ed il rendettero a molti spregevole ed odioso”.
Nel "Libro dei Morti"dell'Archivio Parrocchiale è stato scritto sotto la data del 14 novembre'1780 il seguente necrologio: «Nobilis Comes Durantes Duranti, eques sanctissimi Mauritii et Lazari, patritius brixiensis, Benedicti XIV Pontificis Maximi cubicularius et ad honorem nec non Ducis Sabaudiae et Sardiniae' Regis cubicularius actualis; vir magni ingenii animique sublimis,fortius,pius,liberalis,splendidus, magnificus,oratoria atque poetica facultate excellentissimus, scriptis hetrusco idiomate orbi letterario universo notissimus. Anno supradicto, die 11 dicti mensis in domo propria fatali apoplexi correptus in communione S.tae Matris Ecclesiae, animo Deo reddidit die 14 novembris; cuiusque corpus sepultum est die 16 dicti mensis in ecclesia parochiali veteri in sepulchro suorum majorum, post funus et· exequias solemnes, quibus interfuit magnus concursus populi et ill.mus Praetor una cum spectabili Comunitate cuius erat Patronus.
Admodum rev. Joanne Foglia, canonico coadiutore absolutus et sacro oleo unctione roboratus et per me rev.Angelum Mutio archiprebiterum papali benedictione donatus; aetatis anno rum 63 circiter”.
Ho voluto presentare al figura del Duranti in chiave problematica lasciando su questo nostro concittadino “ ai posteri l’ardua sentenza”.
La Voce di Palazzolo, 14 novembre 1980
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