I bianchi una famiglia di filarmonici
pubblicato il: 10/04/1998
da: La voce di palazzolo

I Bianchi, una famiglia di filarmonici

Massimo Bianchi (1734-17896)

Massimo Bianchi,proveniente da Cividate al Piano, dove è nato nel 1734 , sposato con Claudia Balestra (nata nel 1738), arriva a Palazzolo nel 1775, chiamato a fare l’organista nella chiesa parrocchiale appena terminata. Infatti nel marzo 1776 battezza a Palazzolo il figlio Alberto , che va ad aggiungersi a Clemenza (nata a Cividate nel 1759, sposata con Girolamo Rossini nel 1779 e morta nel 1828 a 69 anni); Cipriano (nato nel 1765,sposato nel 1788 a Libretti Elisabetta,muore a 70 anni nel 1835); Cirillo (nato nel 1770, rimasto celibe,dal 1813 al 1818 nella Deputazione per la costruzione della Torre del Popolo, e morto a 70 anni nel 1837); Eliodoro (nato nel 1773) ,Scolastica( nubile muore nel 1843);

Battista ( muore nel 1778 a 5 anni); Eufrosina ( muore nel 1788 di 38 anni);

Un’altra Eufrosia sposa nel 1791 Giacomo Antonio Pomella di Brescia ed avranno dal 1792 al 1803 otto figli. Questo Pomella è un impresario teatrale che nel 1798 chiede al Comune a nome di una Società dei Professori, il nulla osta all’apertura di un teatro buffo in Palazzolo, nel locale di Piazza Roma.

Eufrosina verrà a morire nel 1849 a 86 anni, come la sorella Scolastica, nubile, vissuta vicino al fratello Cirillo.

La casa di proprietà dei Bianchi era in via Dogane. Massimo Bianchi muore nel giugno 1796, e la moglie Claudia gli sopravvive fino al gennaio 1810 quando muore a 72 anni.

Eliodoro Bianchi (1773-1848)

Nasce a Cividate al Piano (Bergamo) il 5 maggio 1773 da Massimo e da Claudia Balestra.Viene a Palazzolo colla famiglia in tenerissima età.

“Ancora fanciullo, ebbe i primi insegnamenti di musica da suo padre, buon musicista e organista della cattedrale di Palazzolo Bresciano; cantò poi nelle chiese come soprano. È incerto, o per lo meno non documentabile, un suo trasferimento a Napoli, ove avrebbe studiato contrappunto con G. Tritto e appresa l'arte del canto. Sembra che abbia esordito come tenore a Treviso; certo è, invece, che nel 1794, appena ventunenne, cantò con successo al Teatro Obizzi di Padova nella stagione di carnevale e che, nello stesso anno, si produsse anche al Teatro Falcone di Genova.

Successivamente fu scritturato al Teatro Rangoni di Modena (1795) e, nella primavera 1796, al Teatro alla Pallacorda di Firenze, poi a Lucca e, nel Carnevale 1797, al Teatro S. Moisè di Venezia. Passò quindi presso alcuni teatri napoletani: nel 1797 al Fondo, come “mezzocarattere”, e sino al 1801 ai Fiorentini e al Nuovo; il 10 luglio 1799 veniva eseguito a Napoli un Inno a quattro voci con orchestra che egli aveva composto per Ferdinando IV di Borbone. Nel 1801 partecipò brillantemente ad alcuni concerti al Temple de Mars (rue du Bac) e alla Salle Favart di Parigi, mentre nel 1803 conquistò il pubblico milanese cantando per l'intera stagione al Teatro alla Scala, dove ritornò, salvo brevi interruzioni, dal 1809 al 1814.

Nel Carnevale 1804 interpretò per la prima volta, al Teatro Argentina di Roma, opere del genere serio. Recatosi a Vienna nel 1805, fu di nuovo a Parigi e a Londra nel 1806-7. Durante il soggiorno parigino sposò la cantante Carolina Crespi, dalla quale ebbe due figli, Giuseppina e Angelo, che coltivarono l'arte del canto e la composizione.

Celebri maestri composero per il Bianchi arie nelle loro opere: Rossini scrisse per lui una parte nel Ciro in Babilonia (Teatro Comunale di Ferrara, carnevale 1812), nell'Aureliano in Palmira (Milano, Teatro alla Scala 1814) e nell'Edoardo e Cristina (Venezia, Teatro S. Benedetto, 1819). Il suo repertorio fu vasto; fu soprattutto eccellente interprete delle opere di Pietro Alessandro Guglielmi (Il Sacrificio di Iefte) e del figlio Pietro Carlo (Gli amanti in cimento, L'equivoco degli sposi, La presunzione corretta), di Cimarosa, di Paisiello e di V. Fioravanti.

Nel 1835 il Bianchi abbandonò il teatro; in occasione della rappresentazione d'addio, cantò nei Baccanali di Roma di P. Generali, opera che per molti anni era stata il suo cavallo di battaglia.

Stabilitosi a Milano, aprì una scuola di canto che formò allievi valorosi e alcuni celebri, fra cui C. Badiali, Elisa Orlandi, E. Crivelli e N. Ivanov.

Nell'estate del 1836 il Bianchi si ritirò a Palazzolo Bresciano, ove morì il 10 maggio del 1848.

Qualche biografo gli attribuì alcune composizioni; lo Schmidl lo esclude, attribuendole invece “ad un omonimo che viveva a Milano intorno alla metà del secolo XIX, che ridusse per canto e pianoforte La Cena degli Apostoli di Wagner, per la casa Lucca, e fece rappresentare a Bari, nel 1873, un'opera dal titolo “Le gare d 'amore ". Così scrive di lui V.Frajese nel Dizionario biografico degli italiani,

il Bianchi, negli intervalli concessigli dalla sua intensa attività di cantante, faceva ritorno a Palazzolo, nella sua casa in contrada del Gavazzolo, all’estremità meridionale del paese, in un luogo panoramico. Ad esempio, nel 1824 fa da padrino a Laura, figlia di Antonio Cottinelli da Lovere, marito di Giulia Facchi, anche loro filarmonici e domiciliati a Lisbona.

Cipriano Bianchi ( 1765-1835)

Fratello di Eliodoro, sposa nel 1788 Libretti Elisabetta (che muore a 36 anni nel 1803), dalla quale ha nove figli dal 1788 al 1801, dei quali sopravvivono Claudia (n.1788),Massimo (1791) e Giovanni Battista (1799). Dal 1791 al 1796 é organista a Calcinate. Muore a 70 anni nel gennaio 1835.

Giovanni Battista Bianchi (1799-1851)

Figlio di Cipriano, viene definito anche lui “filarmonico”; sposa nel 1799 Galignani Francesca di Antonio dalla quale ha quattro figli: Virgilio (nato nel 1822); Angela (n.1824) maritata Piccinelli, Massimino (n.1826) sposato con Francesca Galignani e muore nel 1872 e Marc’Antonio (n.1829). E’ organista come il padre Cipriano. Muore a 33 anni nel 1831.

Virgilio Bianchi (1822-1872)

Di Giovanni Battista è anche lui un culture di musica, infatti nel 1846 costituisce a Palazzolo un complesso “filarmonico” con regolare scuola di musica. Nel 1852 chiede all’ autorità provinciale di trasformare la sua scuola in una “ società”. Dopo non pochi dinieghi, nel 1853 viene costituita la “Società filarmonica” che tiene concerti sulla pubblica Piazza. Più tardi si trasformerà in “banda degli operai” finanziata dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso. Abitava a Mura,in contrada di S.Giovanni

Marc’Antonio Bianchi

Fratello di Virgilio e di lui più giovane, è indicato come “filarmonico”. Egli sposa nel 1852 Duranti Laura di Carlo Scipione e di Muzio Maddalena. Dei tre figli: Ca

La Voce di Palazzolo, 10 aprile 1988