I facchi, farmacisti, preti, avvocati
pubblicato il: 20/04/2001
da: La voce di palazzolo

I Facchi: farmacisti, preti, avvocati

Dionisio Facchi dichiara di essere venuto a Palazzolo nel 1623 dalla vicina Pontoglio pochi anni prima della grande pestilenza del 1630.

In effetti egli aveva sposato nel 1621 Lellia Duranti, figlia di Ottavio e dalla loro unione erano nati quattro figli: Paolo (1622), Pietro Paolo (1629), Giovanni Battista (1630), Dionisio Lellio (1631) che sarà prete. Il Paolo sicuramente muore bambino e viene ricordato nel Pietro Paolo, secondogenito.

Di questi tre figli sappiamo che

1-Pietro Paolo, è dottore in legge, sposa nel 1666 Cornelia Zamara di Camillo di Filippo.Ha cinque figli: Dionisio (1666), Francesca Lucia (1667), Camillo Paolo (1669), Paola Florida Maria (1670) che sposerà nel 1702 Duranti Gio.Giacomo di Agostino, Pietro Paolo (1671) prete, che morirà nel 1735.

2-Giovanni Battista sposa Caterina e nel 1665 ha una figlia: Camilla. Proprietario delle cascine Colombere, Valenetta e Albarello. Muore a 80 anni nel 1705.

3-Dionisio Lellio sposa nel 1662 Lucrezia Piccinelli di Pietro da cui avrà sette figli: Gio.Battista (1663), Francesco (1665) prete che muore nel 1727 a 62 anni, Pietro (1667), Margherita Caterina (1669),due gemelle Margherita e Caterina (1671) e Bartolomeo (1676).

Dionisio di Pietro (1666-1728)

Primogenito di Pietro Paolo, diventa anche lui dottore in legge come il padre. Sposa nel 1700 Margherita Vezzoli di Francesco, che verrà a morire nel 1763 a 80 anni di età.

Ha molti figli fra cui Pietro Paolo (1700) prete, che muore nel 1759 a 60 anni, Pietro Domenico (1701), Camillo Giuseppe (1703), Lucrezia Ottavia (1705), Giovanni Domenico(1707), Giovanni Battista(1709) altro prete, che muore nel 1786 a 77 anni, Giacomo Francesco (1711) che muore nel 1778 a 65 anni, Cornelia (1713), Francesco (1717), Giuseppe Antonio (1720), Vincenzo (1718) che muore nel 1763 a 45 anni.

 

Camillo Giuseppe di Dionisio (1703-1767)

è anche lui dottore in legge, sposa Claudia, che muore nel 1787 a 72 anni. E’ commissario ed estensore del testamento di Gio.Marco Zamara.

Suo figlio Dionisio Giuseppe nasce nel 1739, sposa nel 1765 Annunciata da cui ha Maria (1766) sposata a un Torazza, Camillo (1768), Camillo Giovanni (1770), Maria Margherita (1773)

Egli è coinvolto nella vicenda " banchi" della nuova parrocchiale.Viene accusato da falsi testimoni di essere stato visto nella spezieria di Giovanni Battista Facchi,suo cugino, nell'ottobre 1778,mentre insieme a don Giov.Battista Masneri scriveva le satire contro il podestà di Palazzolo. Nella famosa notte del 6 febbraio 1779, anche lui viene cercato dagli sbirri, ma non viene trovato. Al 17 successivo, come scrive il Rosa " sentendo la sbirraglia alla propria porta ebba la sorte di fuggire di casa per mezzo di alcuni orti contigui e di portarsi correndo assai di galoppo nella campagna aperta.Ma il poveracccio per la fretta cadde e cadendo si slogò spietatamente la coscia, perlocché fu necessitato starsene colà esposto al rigore di quella freddissima notte ed al pericolo di venire preso e poi dovette subire l'incomodo e la spesa di farsi trasportare a Calcio, medicare, trattare e non guarirsene mai perfettamente".

"Ai due di marzo fu chiamato a presentarsi alle carceri alle opposizioni ed alle difese Dionisio Facchi,il terzo incolpato delle satire pretoriane.Ma esso penso fosse a Calcio sul Cremonese; ed invece di venire spedì una fede medicale ovvero osteologica di non potere far viaggio a motivo della gamba slogata".

Continuamente ricercato,si presenta i l7 dicembre 1779 alle carceri di Brescia per essere processato. Egli si difende dicendo che colla storia dei banchi non c’entra;è anzi proprietario di tre banchi privati; così come non è autore delle satire contro il Podestà Ottonelli ed il co.cav.Duranti. E’ vero che con quest’ultimo ebbe dei dissapori ed il podestà lo allontanò da quel Foro, impedendogli di esercitare la sua professione di avvocato difensore. Ma poi con lettera del 12 ottobre 1778 era stato reintegrato nell’ufficio.Venne assolto dalle suddette accuse e l’11 gennaio 1780 rimesso in libertà.

I Facchi abitavano in contrada della Parrocchiale, entro la Porta dei Molinio (già Pasticceria Rossi).

Giuseppe Antonio di Dionisio (1720-1767) sposa nel 1747 Monica Paganini di Giuseppe.

Altre famiglie Facchi sono presenti a Palazzolo, come quella di Bartolomeo Facchi che nel 1657 è medico a Palazzolo, sposato con Margherita, ha un figlio Lellio (n.1627).

Suo discendente è Giovanni Battista, sposato con Anna, morto prima del 1720. Suo figlio Bartolomeo Carlo nato nel 1698, sposato con Fiori Giacinta di Francesco, ha tre figli: Anna Maria (1728), Giovanni Battista (1729) e Dionisio (1731,morto l'anno seguente).Nel 1741 dichiara che “il bisogno l’ha condotto a far il barbiere di barba non avendo con che vivere e paga affitto di casa e bottega”.

 

Giovanni Battista di Bartolomeo (1729-1788)

Ha una spezieria, sua figlia Giulia, sposa nel 1807 Cottinelli Antonio di Luigi di Lovere.

Anche questo Facchi è coinvolto nella lite dei banchi.Aveva aiutato il vecchio cancelliere Bonadei a notare i nomi dei presenti alla vicinia del 1778 ,che doveva deliberare sul ricorso contro la deliberazione preso nel 1776. Nella sua spezieria,secondo l'accusa, si erano riunite delle persone per stendere le satire contro il podestà.

Scrive il Rosa che "ai 26 (di gennaio 1779) andando io poco, avanti al mezzogiorno a dir la messa, incontrai per la strada Giovanni Battista Facchi, lo speziale, incolpato della satira ed uno dei nostri più attaccati partigiani, il quale tutto pieno di spavento mi disse che così sui due piedi partiva per la Valtellina, alfine di sottrarsi dalla accertatagli vicina cattura come incolpato delle satire..

Egli si ritirava sinchè fosse cessata la procella, secondo quel proverbio: Né per torto né per ragione non ti lasciar mettere in prigione. Io lo vidi partire con un piccolo fagottino portando seco i suoi ferruzzi da chirurgo e dicendo che questi, come nella patria così anche altrove, gli avrebbero procacciato il necessario sostentamento".

Ma la fuga non durò a lungo, perchè la notte del 6 febbraio è arrestato insieme con gli altri accusati; al momento dell'arresto egli "erasene fuggito sotto il copertume della chiesa vicina o contigua alla sua casa".

Resta in carcere a Brescia fino al marzo, poi viene assolto.

Un altro Giovanni Battista Facchi fu Antonio , nato nel 1755 e morto nel 1812 a 57 anni, figura fra i sindaci del nostro comune negli anni 1785 e 1781

La Voce di Palazzolo, 20 aprile 2001