Ricuperato il manoscritto della storia di Palazzolo del Pezzoni
Da quando ho cominciato ad interessarmi di storia locale, e sono più di trent’anni, sapevo, per averlo letto su testi di storia palazzolese o in documenti di archivio, che Giovanni Pezzoni aveva scritto una «storia» di Palazzolo all’inizio dell’800.
Avevo chiesto ad amici che coltivano il mio stesso hobby se potessero immaginare dove fosse finito il manoscritto originale di tale opera; ma nessuno era in grado di darmi una risposta.
Qualcuno ricordava di aver visto in giro un quaderno colla copertina azzurra della storia del Rampana, ma del Pezzoni, niente.
Recentemente in una esposizione di antiquariato un amico vede in vendita due quaderni manoscritti sulla storia di Palazzolo e subito mi informa perché pensa possano interessarmi.
Dopo un contatto coll’antiquario, che mi permette di consultarli, scopro che i due quaderni, dei quali uno colla famosa copertina azzurra, non sono altro che il manoscritto della «storia» del Pezzoni. L’acquistarli e consultarli con tranquillità è quello che ho fatto e che mi permette ora di presentarli.
COME SI PRESENTA IL MANOSCRITTO
Il manoscritto è intitolato
Istoria/dei fatti accaduti / nel paese di Palazzolo / scritto l’anno 1811 da / me / Gio. Pezzoni/ Tomo primo/
E’ costituito da due quaderni: il primo di 158 pagine, numerate da 1 a 157, il secondo, di uguale spessore, con 156 pagine (mancano le prime due) numerate da 158 a 313. Scritti con grafia settecentesca, sono in buono stato di conservazione.
Sulla copertina del primo quaderno è scritto erroneamente «Storia / di Palazzolo T. 1/ di Rampana G.» e su quella del secondo «Storia cronologica / di / Palazzolo Tomo II /».
CHE COSA CONTIENE
Il primo tomo, come lo chiama l’autore, contiene:
- Una Prefazione (pp.1/2)
- Memorie copiate da vari autori che vanno dall’anno 708 al 1698 (pp. 3/32)
- Appunti sulle chiese di Palazzolo (sono riportati il Faino, il Rosa e aggiunte dell’autore sullo stato presente delle nostre chiese, ivi compresa quella della Madonna di S. Pietro con accenni al fatto miracoloso del 1805 (pp. 32/57)
- Seguono altre Memorie dal 1701 al 1774 (pp. 57/58)
- Succinto della questione dei bianchi della nuova parrocchiale (pp. 78/108)
- Cronaca dal gennaio 1775 al 14 maggio 1787 (pp.108/157)
- Cronaca dal 4 agosto 1787 al 31 dicembre 1787 (p.158)
- Calendario delle feste e delle funzioni ecclesiastiche che si celebrano nella chiesa di Palazzolo del Rosa (pp.159/178)
- Calendario delle feste o funzioni che si celebrano nella nuova parrocchiale secondo lo stato presente 1811 (pp.178/1909
- Cronaca anno 1788 (pp. 190/195)
- Differenze tra la vecchia e la nuova sistemazione della piazza grande di Palazzolo e delle contrade aggiacenti, in occasione del aggiustamento delle strade l’anno 1789 (del Rosa) pp. 195/199)
- Cronaca dal 1789 al dicembre 1801 (pp.199/ 313). Doveva seguire poi un terzo tomo dal 7 febbraio 1802 all’anno 1811, che non si sa dove sia finito.
DA CHI E’ STATO POSSEDUTO
Sul frontespizio, dopo il titolo dell’opera ed il nome dell’autore, è segnato «Proprietà Giuseppe Rampana», ripetuto anche sul piatto interno della copertina del secondo quaderno.
Questo Giuseppe Rampana é il padre del pittore e patriota Giovanni, al quale i manoscritti sono appartenuti. Passati presumibilmente alla figlia Giuseppina Rangoni sono, secondo me, tornati a Palazzolo da dove sono finiti nelle mani dell’antiquario bresciano.
DA CHI E’ STATO UTILIZZATO
Insieme all’originale ho comprato anche la prima copia effettuata da Agostino Lagorio sulla quale il Maza-Brescianini ha fatto delle correzioni e delle aggiunte dopo averla confrontata colle «Memorie Patrie» del Rosa. Lo stesso Maza-Brescianini, ha lasciato nella raccolta archivistica, legata al Comune nel 1918, un estratto della «Istoria» del Pezzoni.
Nei primi anni del ‘900 Antonio Cipollini ebbe tra le mani il manoscritto ed il Mainetti nel 1934 lo aveva copiato parzialmente e aveva fatto omaggio di tale copia a Giacinto U. Lanfranchi.
Nel 1940 nelle «Memorie storiche della Diocesi di Brescia» il Guerrini pubblicava (pp. 145/157) la «Cronaca di G. Pezzoni», che venne contemporaneamente stampata in un opuscolo per le nozze del Lanfranchi, il quale poi la collocò nella sua «Breve storia di Palazzolo» (pp.134/149) sotto il titolo «La rivoluzione francese nella cronaca di G. Pezzoni».
Il Giudici, nel suo volumetto su Giovanni Rampana del 1968, dice che egli conservava gelosamente due manoscritti del padre sulla storia di Palazzolo, che erano stati prestati al Cipollini e che poi non sarebbero più stati restituiti. La mia impressione è che siano stati restituiti e pochi anni fa la figlia del Rampana li abbia ritrovati e passati al Giudici.
CHI E’ L’AUTORE
Una rapida consultazione dei registri anagrafici dell’archivio Parrocchiale non mi ha consentito ancora di scoprire le date della vita del Pezzoni.
Il Rosa in una sua lettera da Pavia del 1815 lo indica come «dottor Pezzoni» e lo dice già studente in quella Università.
Nella «prefazione» all’Istoria, egli avverte che scrive di storia «per suo particolare genio ed elezione, sebbene debba in occupazioni più gravi e confacenti al suo stato applicarsi».
Attendo con interesse le ricerche intraprese presso l’università di Pavia per poter conoscere più a fondo questo illustre concittadino.
DIFFERENZE TRA IL TESTO ORIGINALE E QUELLO PUBBLICATO
Confrontando il manoscritto con quanto è apparso nelle pubblicazioni citate balza evidente che la parte della cronaca stampata dal Guerrini è un quinto circa dell’originale, non solo, ma anche il testo non corrisponde esattamente.
SCRITTORI DI STORIA LOCALE PRIMA DEL PEZZONI
All’inizio del XVII secolo Zaccaria Palazzoli, aveva annotato, oltre alle memorie della sua famiglia, i più importanti avvenimenti di Palazzolo relativi agli anni 1610/1618/1625/1629/1630.
Poi per tutto il corso del secolo, nessun altro scrive la cronaca locale.
Nel seguente secolo don Carlo Omboni stende brevi appunti su fatti degli 1701/1704/1705.
Un altro Omboni, Giuseppe, figlio di Francesco, come dirà il Rosa, «benché privo di cultura letteraria e occupato quasi sempre nel suo negozio e nei lavori della filatura della seta», trova il tempo per scrivere in un grosso libro con naturalezza ed attenzione, gli accadimenti suoi e del paese, e lo fa in forma annalistica.
L’Omboni, morto a Brescia il 16/8/1777, oltre a incoraggiare il Rosa a continuare nella stesura della cronaca palazzolese, gli fornisce il suo materiale per documentare gli eventi fino al 1774.
Sempre in quel secolo don Benedetto Galignani (1708/1763) scrive una documentatissima «Historia della fabbrica della nuova parrocchiale» che inizia coll’anco 1748 e termina col 1763, pochi mesi prima della sua morte. Inoltre racconta delle solenni funzioni fatte al S. Crocifisso negli anni 1752 e 1756.
Nessuno di loro però si era rivolto alla storia passata di Palazzolo, limitandosi a compiere opera di cronista.
E’ Vicenzo Rosa (1750/1819) che nelle sue «Memorie Patrie», raccoglie oltre a ciò che hanno scritto i cronisti palazzolesi Palazzoli e Omboni per gli anni 1610/1774 notizie dalle opere degli storici Biemmi, Capriolo, Faino, Malvezzi, Rossi, Calvi, Giuliani e Corio, che vanno dall’anno 708 al 1540, a cui unisce ricerche personali tratte da documenti, da testimonianze di persone da lui conosciute e degne di fede. Egli oltre a queste «Memoria Patrie», disposte in ordine cronologico, descrive la sistemazione della Piazza nel 1789; dà notizie sulle chiese di Palazzolo, ricostruisce il calendario delle feste e funzioni della chiesa palazzolese e infine riunisce notizie sugli uomini celebri, sulla casa Palazzoli e sul padre Francesco Alberto Rosa.
Egli è consapevole di essere «il primo che abbia compilate delle onorevoli intere parti e curiose memorie per la storia della patria» (prefazione alle biografie dei Palazzolesi illustri).
Nel 1811 Giovanni Pezzoni, emulo del Rosa, comincia a scrivere la sua «Istoria». Nella prefazione al primo tomo egli dice che non ha risparmiato la lettura di autorevoli scrittori, la consultazione di manoscritti di uomini celebri palazzolesi che ci lasciarono qualche memoria, di far domande agli anziani del paese»per lumeggiare i fatti accaduti prima della sua esistenza «poiché dall’anno 1812 in avanti mi studierò di scriverli io tali e quali andran di mano in mano occorrendo, al nudo li esporrò, limitandomi alla pura verità».
La parte di cronaca 1775-1801 egli l’aveva prima scritta in forma di diario giornaliero su un brogliaccio dal quale poi aveva derivato la stesura definitiva con alcune aggiunte dei fatti della storia nazionale; tale stesura iniziata nel 1811 va avanti fino al 1815 e ce lo conferma un’annotazione sotto la data del 3 aprile del 1800 su avvenimenti che riguardano la fine dell’impero napoleonico e l’inizio della dominazione austriaca.
Come ho già detto non si conosce, perché finora non si è trovato, il contenuto del 3° tomo, né quello della cronaca che il Pezzoni dice di aver scritto per gli anni successivi al 1811.
La Voce di Palazzolo, 6 dicembre 1985