CRISI IN SENO AL COMITATO LOCALE
Ogni sezione ha facoltà di aggregarsi dei cooperatori allo scopo di rendere la propria azione più sollecita e più rispondente agli scopi che la commissione si è prefissa.
Il comitato astraendo da ogni pregiudizio di parte ed inspirando la propria azione a puro e schietto senso umanitario e patriottico rinnova fiducioso l’appello a tutti i Palazzolesi, perché si formi come un grande corpo di volontari della provvidenza ed assistenza e sia la loro adesione quasi un atto di fede che racchiude e mobilita le forze spirituali della patria.
Nella seduta del 25 maggio, constatata l’esigenza di avere un segretario permanente ed unico per tutte le sezioni del comitato che in determinate ore del giorno ricevessero le persone che avevano bisogno di informazioni e di aiuti, veniva nominato il sig. Innocente Mainetti, non potendo il sig. Di Lernia continuare, per ragioni professionali, ed essendo prossimo alla chiamata alle armi. L’ufficio venne posto nella sala della società operaia e rimaneva aperto dalle 7 alle 10 del mattino.
Frattanto il canonico don Bussolotti, che era stato escluso dal comitato assieme al cav. Vezzoli, aveva fondato e dirigeva un ufficio notizie per le famiglie dei militari. Il comitato cercò di agganciare e affiancare tale attività ma senza riuscirvi.
Il 26 la sezione finanziaria, nominato suo presidente il rag. Guzzi Antonio e vice presidenti i sigg. Lozio G. Battista e Maurizio Bortolo, apriva una pubblica sottoscrizione.
La sezione segretario si accorgeva invece che non aveva nulla ancora da fare, tuttavia eleggeva a presidente il Signor Bellani Francesco e vice presidente il maestro Bracchi.
La sezione femminile nominò a sua presidentessa la sig. Anna Citella, a segretaria la sig. Chiminello. Questa sezione si preoccupò subito dell’assistenza ai figli dei richiamati che, avendo le mamme occupate al posto dei papà, erano abbandonati. Infatti nella seduta dell’11 giugno venivano accolte le domande di cinque bambini, dai tre ai sei anni, per essere accolti gratis all’asilo.
Alle famiglie bisognose dei richiamati alle armi il comitato distribuì dei buoni, in aggiunta al sussidio del Governo, per acquisto di pane, farina e pasta, generi che venivano acquistati dalla cooperativa Niggeler e Kupfer, e il panificio Rolfi.
Nell’assemblea del 25 agosto, alla presenza di una trentina di persone il cav. Svanetti, vice presidente espone l’attività svolta dal comitato fino allora però la sua esposizione venne contestata dal sig. Gottardi Franco, presidente della sezione disoccupati che affermò che il comitato aveva fallito il suo scopo. Il cav. G. Marco Vezzoli cercò di fare opera pacificatrice perché si sentiva intorno minaccia di dimissioni.
L’8 settembre altra adunanza generale nella quale si approvava un ordine del giorno così concepito: “Visto che la parte più eletta del comitato è assente alla assemblea generale odierna, i presenti per la sfiducia dimostrata dagli operai, per la mancata concordia degli animi e per il non accordato appoggio delle autorità, unanimi rassegnano le proprie dimissioni”.
L’assemblea deliberava di dare liberazione dell’attività svolta a tutti i sottoscrittori e passare poi, se del caso, alla rinnovazione del comitato o allo scioglimento.
Il 1° settembre si riunirono i sottoscrittori che, su proposta del sig. Orazio Torre, invitarono il comitato a revocare le dimissioni e a passare alle nuove nomine.
Per poter decidere sull’opportunità di ripristinare il comitato venne nominata una commissione composta dai sigg. Niggeler Giovanni, Svanini Pietro, Gipponi Lino, Lancini Norcesto e Castelli Giacinto,
il 30 settembre la commissione fede conoscere questa relazione: ”Il compito che a priori ci pareva molto difficile fu invece molto facile e sollecito perché nell’approfondirsi dei fatti di quanto il comitato fece si è dovuto constatare che l’opera sua fu alacre e feconda. Tutto tentò, e se diversi cose non riuscì a condurre in porto, non fu alla cattiva volontà o al non lavoro dei membri dello stesso, ma alle condizioni molto fortunate del nostro paese che della guerra non risentì gravi danni. Difatti entrando in diversi dettagli così per sommi capi troviamo che la sezione femminile aveva predisposto: e gl’industriali per la custodia dei bambini, e le ancelle della Carità per il ritiro degli orfani, e il comune per le scuole nelle vacanze, e i maestri per la relativa, sorveglianza e lezioni, ma che non ha potuto esplicare l’opera sua per mancanza di domande. Curò invece e fece accogliere ventidue bambini nell’asilo infantile colla refezione gratuita. Volse in più la sua attività perché ai militari del nostro paese venissero mandati indumenti di lana.
La sezione di segretariato invece vide frustrata l’opera sua del fatto che essendo il rev. don Bissolotti nominato dalle autorità membro dell’ufficio informazioni, queste venivano a lui dirette e anche le poche che si richiesero per la massima parte non si ebbe il piacere neanche della risposta.
Curò e cooperò allora con la commissione di beneficenza al disbrigo dei sussidi. Quest’ultima ebbe ben 102 domande. Ne sussidiò 37. le altre vennero respinte perché risultarono o non bisognosi o possidenti o sussidiati dalle ditte che provvedevano direttamente al sussidio dei loro operai.
Il comitato finanziario ha saputo, merce attiva propaganda raccogliere ben 8100 lire. ma si proponeva di aumentare ancora questa quota, rivolgendosi a chi non ha ancora sentito il dovere di firmare.
La commissione del censimento disoccupati creò ed istituì eminentemente pratica che dovrebbe sussistere sempre, perché di utilità, in special modo per gli industriali, i quali troverebbero gli operai già capaci alle loro industrie senza perdita di tempo, di apprendaggio. Curò che gli industriali avessero a concedere nei tempi di maggior lavoro campestre ai loro operai di andare a lavorare nei campi; curò d’accordo con la società operaia femminile che anche a Palazzolo si avesse la possibilità di dar lavoro in indumenti militari. In linea generale il comitato provvide perché ogni cosa camminasse al più presto; venne nominato perciò un segretario che nei locali della società operaia desse agli interessati, tutti i giorni, quelle spiegazioni delle quali avessero avuto bisogno.
L’iniziativa del pane a buon mercato portò la popolazione ad avere lo stesso a 6-8 centesimi meno al chilogrammo in confronto degli altri paesi finitimi. Il lavoro fu iniziato per avere dalla cooperativa fra gli addetti al cotonificio Niggeler e Kupfer l’autorizzazione a servire tutti gli operai del paese che ne facessero domanda, s’intende dietro tutte le garanzie finanziarie possibili, per mitigare il caroviveri. Tutta insomma una svariata e saggia applicazione di intenti, che avrebbero e potranno se attuati, portare effetto sicuro e giovevole, non solo nel momento, ma anche nel futuro.
Concludendo la commissione sottoscritta sente il dovere di plaudire all’opera svolta dal comitato, rincrescendole che errate interpretazioni e non approfonditi giudizi abbiano portano lo stesso a rassegnare le dimissioni.
È convinta e concorde di segnalare al popolo l’attività e retta sollecitudine di tutti nel trattare i diversi problemi.
Auspica che nel bene della popolazione, dato che le attuali condizioni del nostro paese avessero a cambiarsi, che il comitato abbia a sussistere.
Propone che giacchè questa è l’emanazione degli enti morali ed economici del paese, il futuro comitato sia composto dai presidenti o di un delegato di ogni singolo consesso. Che un delegato dei sottoscrittori vi sia pure rappresentato. Che abbiano a procedere alla nomina del presidente, vicepresidente e segretario. Che, abbandonando ogni discussione incresciosa e soprattutto ogni e qualunque idea politica, tutti i diversi partiti e le diverse classi sociali chiamate raccolta abbiano a portare ogni sforzo di idea e di lavoro al comune bene che è quello del sollievo alle famiglie dei richiamati sotto le armi, che combattono per il bene e la grandezza della nostra Italia, sicuri che a casa vi è chi pensa alle loro famiglie”.
Dopo questa relazione e dalle proposte che essa contiene, è chiaro che il nuovo comitato di preparazione civile ed economica cambia volto perché dall’iniziativa a livello di partito del marzo si passa a un comitato in cui i partiti coi loro diretti rappresentanti sono collocati alla stregua degli altri enti ed istituti locali.
La Voce di Palazzolo, 12 luglio 1969