BATTAGLIA DELL’APRILE 1799 FRA FRANCESI E RUSSI
L’amico Franco Foresti mi segnalava l’esistenza di questa nota di cronaca che è contenuta nella prima pagina del “Catastico dell’estimo 1799” del Comune di Palazzolo e si trova nell’A.S.B. registro n. 1921.
Narra della battaglia tra Francesi e Russi dell’aprile 1799. Su questo argomento ho scritto altre note già apparse sulla Voce di Palazzolo. L’importanza di questa pagina deriva dal fatto che finalmente viene chiarito perché cadde l’arco del nostro ponte: non per motivi strutturali e costruttivi indeboliti dal continuo passaggio di truppe, ma per scelta bellica dei Francesi che in tal modo volevano rallentare l’avanzata dei Russi.
TRASSONTO DELL’ESTIMO DEL COMUNE DI
PALAZZOLO ESTRATTO DALLE POLISE 1733
Oltre il passaggio che di continuo vi era in questa di truppe francesi, il giorno 10 aprile 1799 s’accantonò in detta terra una truppa francese al numero di dodici mila, parte cavalleria e parte fanteria, quale fu alloggiata parte nelle case de’ particolari e parte nelle chiese e luoghi di questo Comune e persino anche nella nuova parrocchiale.
La Comunità sive la così detta Municipalità dovette somministrare per tutto il tempo che si fermò in detta terra tutto il necessario pel mantenimento totale di detta truppa facendo delle requisizioni anche in altri paesi di generi occorrenti per ordine del generale Sevaner comandante la divisione della truppa stessa che perdurò la sua dimora sino il giorno 22 aprile nel qual giorno la truppa stessa duopo la visita generale di detta truppa fatta dal general in capo Sevaner, che seguì sopra il stradone di Brescia tra Coccaglio e Palazzolo, prese la marcia e si ritirò alla destra del fiume Oglio, cioè nella Quadra di Mura e sopra la Ripa così detta della strada del Cividino vi misero il campo dell’artiglieria e nel giorno stesso duopo la ritirata tagliarono il ponte del fiume con grande sorpresa di tutti gli abitanti quale per la mala incertenza dell’ingegner francese cadde precipitosamente l’arcata restando così sommersi nelle acque, quali erano ingrossate assai, tutti quelli che lavoravano sopra la detta arcata con cinque di persone di questa terra quali stavano astanti come pure l’ingegnere medesimo che fui ritrovato a Pontoglio duopo alcuni giorni; cascato il ponte fecero un piccol ponte di legno per il passaggio de’ picchetti che stavano al posto alla sinistra cioè picchetto al Maglio sullo stradone di Brescia, un altro sulla strada delle Calcine ed un altro alla porta del Paese aspettando il nemico per avvisar il campo dell’armata; nel giorno stesso alle ore ventitré italiane circa s’avvansò un picchetto austriaco della vittoriosa armata della parte della strada dei Mulini ed ivi fecero sin in Piazza con il picchetto francese un forte combattimento di molte archibuggiate oltre il canonamento che fecero li francesi nel campo dell’artiglieria in cima la Ripa verso la sinistra; alle ore due della notte si ritirò il picchetto austriaco al campo, quale era formato dietro la strada regale di Brescia; alle ore una di giorno, la mattina dal giorno sopradetto 23 aprile s’avanzò l’armata austro russa la quale venne direttamente al Palazzo del nob.Sig.Conte Alfonso Duranti sopra la rata della Ripa ed ivi fece aprire il generale la porta del luogo di ragione .... del Bonadeo ed incominciò l’attacco con il canone ivi appostato ......
Su questo avvenimento mi scriveva nel 1968 il compianto Colombo Svanetti questa altra notizia:
“La guerra tra Russi e Francesi avvenuta nel 1799
Mia nonna (madre di mio Padre) raccontava di aver assistito, nella primavera del 1799, alla battaglia avvenuta in Palazzolo tra Russi e Francesi.
Sulla riva sinistra dell’Oglio si erano accampati i Russi, e il loro schieramento era dal Castello sino al molino Pilù. I cannoni erano piazzati ove ora sorge lo stabilimento Calci e Cementi. La Cavalleria verso il Levadello. I Francesi si erano sistemati, grosso modo, dal torrente Rillo sino alla chiesetta delle Formiche. I cannoni sulla stradetta che conduce a questa e la Cavalleria verso il Quintano.
Del ponte sull’Oglio era fatta saltare un’arcata, la prima venendo dalla piazza era quindi inservibile.
La battaglia durò due giorni.
Terribile fu il cannoneggiamento e il furore della fanteria da ambo le parti, infine i Russi (nessun tedesco era con loro) ebbero il sopravvento, avendo potuto attraversare l’Oglio e guado tra il molino Pilù e il Cividino.
I Francesi si ritirarono e si accamparono a Cassano d’Adda dove furono di nuovo sconfitti.
A Palazzolo, in quei terribili momenti, molti fuggirono (ma le donne rimaste si rifugiarono, quelle di Mura nella Chiesa di S. Sebastiano, quelle di Piazza nella Chiesa della S.S. Trinità e quelle di Riva a S. Roco).
I feriti ebbero assistenza dai Palazzolesi e i morti, quelli Russi furono sepolti nelle adiacenze della chiesetta che da allora venne chiamata: “Mort del Rüss”. E quelli Francesi nelle adiacenze della chiesetta oltre il Quintano, che venne chiamata “Mort del Punciù”.
Detto nome venne dato dal fatto che quasi tutti i soldati francesi avevano sul copricapo un pennacchio, che in dialetto veniva chiamato pumpù, modificato in punciù.
Quando mio padre nel 1882 fece degli scavi per piantare le viti, trovò fucili e spade inservibili, e palle di cannone, (io ne avevo fatti due giochi). Caratteristico fu che in tutti gli zaini si trovassero lumini in terracotta, con lucignolo e grasso nonché una moneta da due centesimi.
L’avv. Maza Brescianini, amico di mio padre, spiegò che il lumino sarebbe servito loro, se morti in battaglia, a farsi luce nelle tenebre per raggiungere le sponde del fiume Stige; i due centesimi (carantano) per pagare Caronte e trasportarli all’altra riva.
Vari lumini, i meglio conservati. e un’impugnatura di spada bellissima, con scritta la parola Bocard, il detto sig. avvocato li portò a Milano dove risiedeva”.
Memorie illustri di Palazzolo, settembre, 1978,pp.119-122