Matteo pedrali uomo di scuola
pubblicato il: 01/11/2013
da: Il giornale di palazzolo s/o
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Matteo Pedrali uomo di scuola



 



Il 28 settembre 1980,presso la scuola media King di via Dogane
ha avuto luogo la presentazione del quaderno di testimonianze a ricordo del
pittore professor Matteo Pedrali.Scuola che ,in ordine di tempo, è stata
l’ultima in cui ha insegnato. Ci sono i testi delle poesie scritte da Matteo
nel 1945, testimonianze di uomini di scuola,a cominciare dal provveditore agli
studi Giffoni,di colleghi, di amici e dei suoi alunni.



Rileggendo quelle pagine si scopre un altro Matteo, uomo di
scuola, che per 37 anni “ è stato coi ragazzi” dei quali “ conosceva
perfettamente il carattere, li seguiva con precisione, li comprendeva con
magnanimità”.



Aveva scritto nel suo “piano di lavorio per l’anno 1972-73”:”mi
impegnerò per aprire gli alunni all’osservazione attenta della natura,
unitamente alla sperimentazione delle nuove e varie tecniche con le quali
comunicheranno a se stessi e cogli altri, per mezzo del segno, del colore,
della plastica e di qualsiasi altro materiale usato,il proprio mondo
interiore”.



E gli ex allievi ricordano che: “era buffo quando tirava fuori
della sua borsa il thermos e dal fazzoletto i biscotti e si metteva a mangiare
sotto lo sguardo divertito di noi alunni”.



“Il suo migliore amico, aggiungono, era il bidello Cancelli il
quale aveva molto rispetto per lui. Il professore ricambiava questa amicizia,
di cui aveva bisogno,offrendogli delle sigarette e intrattenendosi con lui a
fare lunghi discorsi”.



“In inverno, quando i vetri erano appannati,si divertiva a
tracciare su di essi il proprio ritratto. Poi ci chiedeva di chi fosse quella
figura e se gli somigliava”.



“Amava molto la natura e rimaneva delle mezz’ore a guardare
dalla finestra: i prati, gli alberi e specialmente i fiori. Mi ricordo che un
anno fa mi chiese di portargli una rosa bianca perché la voleva dipingere.
Talvolta ci chiedeva dove ci sarebbe piaciuto vivere, oppure ciò che avremmo mangiato
a mezzogiorno”.



Concludo con alcune righe di Lino Monchieri, che sottoscrivo, a
conclusione della serie di articoli su Matteo:”Un Maestro di vita che si fa Pittore
e Poeta, un Maestro d’Arte che si fa uomo semplice per condurci nelle segrete
intimità delle cose, per aiutarci a un risveglio di coscienza, a un’emersione
di sentimenti quanto mai urgenti e attuali. Con Pedrali, vivo nell’opera e nel
magistero, possiamo ragionevolmente dire non “addio” all’amico caro che ci ha lasciato,
ma “arrivederci” al Maestro che ci addita la stupenda irripetibile emozione
della sua arte viva, la sua vita perennemente velata di poesia”.



 



IL Giornale di Palazzolo, 1 novembre 2013