Viale della Rimembranza
Chiamiamolo “il viale dei ricordi”.
Da bambino aiutavo mio padre nella manutenzione delle gabbie di legno che cingevano i cipressi, piantati lungo il viale che conduce al camposanto. Erano 138, come i caduti palazzolesi nella prima guerra mondiale. Ogni albero era dedicato a un caduto. Una targhetta in metallo era avvitata sulla gabbietta di legno. All’avvicinarsi del 4 novembre, anniversario della Vittoria, ripulivo e ridipingevo di verde, bianco e rosso le gabbiette e rileggevo i nomi dei caduti. C‘erano cognomi ripetuti più volte.
Il 4 novembre le scolaresche delle elementari sfilavano verso il Cimitero. Ad ogni cipresso era destinato uno scolaro che faceva da sentinella muta e così si imprimeva nella mente il nome di uno dei caduti.
A sinistra dell’ingresso del Camposanto era stato collocato uno dei primi monumenti ai caduti in Italia, inaugurato il primo novembre 1916. Opera dello scultore Giovanni Merlo di Torino, faceva da sfondo al piccolo Cimitero di guerra, dove, dal 26 ottobre 1915, erano stati sepolti i militari deceduti nei due ospedali in attività a Palazzolo. In attesa della fine della guerra, le salme erano collocate nello spazio davanti al monumento. Cogli anni i resti vennero trasferiti nei paesi di origine. Le croci in cemento con i nomi dei soldati deceduti finirono in discarica.
Di quel monumento mi attiravano i due leoni che stavano di guardia alla bandiera, issata sopra una cima e rileggevo i nomi scritti sulle due lapidi collocate ai piedi del monumento. E la scritta: Palazzolo ricorda-i figli caduti per la Patria-forti nella vita-epici nella morte-nella gloria eterni. Il Parco della rimembranza fu inaugurato il 12 giugno 1927 dal segretario del Partito Nazionale Fascista on.Filippo Turati.
Qui Palazzolo 27.6.2014