Carri e buoi a Solferino
Palazzolesi sui luoghi della battaglia per raccogliere i feriti
Sollecitati dalle famiglie, i deputati Pezzoni e Omboni il 4 luglio 1859 inoltrano alle deputazioni comunali di Castiglione, Goito e Valeggio una missiva, affidata al vetturale Torri, che dice:
“Giuseppe Gozzini del Gazzolo, Brescianini Luigi del Boscolevato, Belotti Battista della Bredella e Spinoni di San Vittore “ con bovi e carri, venuti a Brescia fino dal 28 giugno per ricevere ammalati, senza saputo di chi condusse a Brescia li carri, senza che si sappia finora dove si trovino, s’interessa questo Municipio, perché voglia dare al presente incaricato un indirizzo, o credenziale per cercarne conto di detti individui mancanti tutt’ora, anche per tranquillizzare le famiglie, potendo alcuni individui essere in mala sorte, chè partirono colla sicurezza di non oltrepassare Brescia.
Due di questi coloni, diretti a Solferino, ritornarono coi soli bovi, lasciando il proprio carro sul campo, circostanza che le si ricorda per verità, del che si terrà nota.
S’interessa vivamente prendere a cura questo emergente e fornire al presente vetturale Torri, una riga d’accompagnamento sino a Goito dove sarebbe disposto a recarsi, o dove meglio questo stesso municipio credesse di più opportuno inoltrarlo”.
Segue un’aggiunta: 4 luglio si accompagna alla deputazione di Castiglione, 4 luglio a Goito, 5 luglio a Valeggio, che risponde: visto arrivare ed al medesimo non si potè fornire le ragioni richieste.
Dal dispaccio che il Torri recava con sé si capisce che il 28 giugno quattro contadini erano partiti per Brescia per raccogliere i feriti della battaglia del 24 e trasportarli a Palazzolo, dove erano stati approntati letti per fornire l’assistenza del caso. Due di questi coloni, diretti a Solferino, erano tornati con le sole bestie, lasciando il proprio carro sul campo e gli altri il 4 luglio non erano ancora ritornati.
Si può facilmente immaginare cosa abbiano visto in quelle terre e cosa li abbia spinti a fuggire ! Nella battaglia, durata dall’alba la tramonto del 24 giugno, gli Austriaci vi persero 14.000 uomini e i franco-sardi 15.000. Con l’aiuto delle popolazioni venne prestato soccorso a tutti i feriti, senza riguardo alla divisa indossata. La storia ci ricorda che la battaglia fu la più sanguinosa combattuta per l’indipendenza e l’unità d’Italia. La vista del campo di battaglia, cosparso di morti e feriti sembra abbia indotto Napoleone III a firmare l’armistizio di Villafranca.
Dopo le inutili ricerche del Torri, i contadini palazzolesi rientrarono con i carri carichi di malati. Intanto, per ferrovia erano arrivati altri feriti. A Palazzolo furono infatti curati 28 piemontesi, 150 francesi e 4 austriaci. Furono approntati posti letto nell’ospedale, nella rettoria di San Giovanni, nelle chiese dei vari rioni e nei quartieri militari. Anche in quest’ opera di soccorso e di carità Palazzolo si allineava agli altri comuni della Provincia.
Il Giornale di Palazzolo, 1 gennaio 2009
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